Trovarsi di fronte ad un paziente che mente è per qualsiasi medico una condizione frequente: il paziente che nega una dipendenza nociva come il fumo o il potus, che giura l'esatta assunzione posologica di farmaci a volte neppure acquistati, è tanto frequente quanto più si è preparati a riconoscerla. Più complicato diventa il ruolo dello psichiatra che si può trovare a dover valutare e gestire tre tipi di menzogna, quella comune del paziente che tende a fare di se stesso il paziente modello; la costruzione fantastica di una realtà inesistente, una situazione che si avvicina al sogno e che lo psichiatra inserisce nell'iter terapeutico come una verità narrativa; ed infine il paziente che mente forse anche all'interno della relazione terapeutica, ma soprattutto, come denunciano i familiari, nei suoi rapporti interpersonali.