I sintomi possono persistere per pochi giorni fino a comprendere cicli più lunghi dove la depressione persiste per diverse settimane o mesi. I periodi maniacali o depressivi variano da persona a persona e in base a intensità e durata si ha una classificazione secondaria (Disturbo Bipolare I, ciclotimia, Disturbo Bipolare II).
Quando si parla di disturbo bipolare o anche solo della fase depressiva legata a questo disturbo (depressione bipolare) la trattazione del tema non è mai ovvia e scontata. Per questo ti segnalo un indice grazie al quale potrai orientarti meglio nell’articolo.
Indice
Secondo l’America Psychiatric Assocition ci sono quattro tipi principali di disturbo bipolare:
Se il Manuale Diagnostico ha sentito l’esigenza di classificare diversi tipi di bipolarismo, ti sarà facile immaginare la complessità di questa condizione!
Il Disturbo bipolare I (conosciuto in passato come sindrome maniaco depressiva) è caratterizzato da episodi maniacali dalla durata di almeno 1 settimana e depressione bipolare con durata e intensità analoga.
Il Disturbo bipolare II è il più diffuso. E’ caratterizzato da episodi depressivi gravi ed episodi ipo-manicali. Per intenderci, qui la depressione bipolare è più marcata e predominante rispetto le fasi maniacali che hanno un’intensità minore.
La ciclotimia (disturbo bipolare tipo ciclotimico o disturbo ciclotimico) è pur sempre un disturbo dell’umore caratterizzato da periodi alternati di depressione e di ipomania. Si differenzia dagli altri due disturbi non per la durata delle fasi (maniacali e depressive) bensì per l’intensità delle stesse. L’intensità non è mai tale da compromettere la vita lavorativa e sociale dell’individuo. Si tratta di una forma meno invalidante di disturbo bipolare. L’individuo non sperimenta una vera depressione bipolare ma piuttosto si può parlare di distimia.
In tutti i casi, tra i periodi di depressione bipolare e le fasi di mania si intervallano periodi di normalità in cui l’umore è stabile.
Le cause del disturbo bipolare non sono completamente note. Si parla di fattori genetici, fattori neurochimici e fattori ambientali che interagiscono su diversi livelli e giocano tutti un ruolo cruciale nell’esordio della patologia.
Cosca scatena il disturbo bipolare? Come disturbo neurobiologico può rimanere dormiente ed essere scatenato da fattori di stress. I neurotrasmettitori implicati nel disturbo sono: serotonina, dopamina e noradrenalina.
E’ concettualmente sbagliato parlare di depressione bipolare ereditaria o disturbo bipolare ereditario. Il motivo? I fattori coinvolti nella genesi di questa patologia sono molteplici e non possono essere ridotti a una mera risposta genetica.
E’ vero che circa la metà delle persone con disturbo bipolare ha un membro della famiglia con disturbo dell’umore come la depressione.
Se un genitore ha un disturbo bipolare, ci sono probabilità maggiori dell’insorgenza del bipolarismo nella prole: la percentuale di rischio è maggiore del 10-15%.
Inoltre, molti studi mettono in evidenza che un evento della vita può scatenare un disturbo dell’umore in una persona che ha una predisposizione genetica. Gli stessi studi, però, evidenza anche che senza chiari fattori genetici possono esserci manifestazioni di questo disturbo. Per approfondire ti consiglio di leggere “disturbo bipolare: cause“.
E’ caratterizzato da un’estrema tristezza, da mancanza di energia o interesse.
Se non trattata, la depressione bipolare può progredire ma è importante sottolineare che spesso il suo esordio può essere graduale. Alcuni pazienti possono capire quando sta per insorgere una fase depressiva perché iniziano a percepire un calo dell’umore.
Quando questa malattia è correlata a un disturbo borderline di personalità, prevenire le fasi depressive o maniacali non è mai facile in quanto anche lo stesso disturbo borderline porta a pesanti oscillazioni dell’umore. Per approfondire ti invito a leggere: differenza tra disturbo borderline e disturbo bipolare.
La depressione bipolare prevede un trattamento e una descrizione a parte rispetto alla classica depressione maggiore o gli altri tipi di depressione.
I sintomi della depressione bipolare possono causare una disabilità maggiore sia sul funzionamento sociale che lavorativo rispetto alle stesse fasi maniacali. In più, le fasi depressive nel quadro bipolare sono correlate a rischio di suicidio superiore rispetto alla depressione maggiore. Rispetto alla depressione maggiore, nella depressione bipolare:
La depressione bipolare è molto diversa dalla classica depressione. I pazienti che soffrono di bipolarismo, anche nella fase depressiva, possono manifestare irrequietezza, irritabilità o rabbia legata a un forte sentimento di impotenza.
La natura imprevedibile del disturbo bipolare può indurre a un perenne stato d’animo di insicurezza e tra i sintomi tipici può esserci un’ansia di fondo.
Durante un episodio depressivo, chi soffre di disturbo bipolare potrebbe riferire che nulla ha più importanza. Possono trascorrere il tempo a piangere e a rimuginare sull’inutilità della vita. Non percepiscono motivazioni, si sentono frustrati, indifesi, inutili e hanno paura di essere condannati a un’esistenza priva di senso.
Durante una fase depressiva, chi soffre di bipolarismo perde ogni speranza. Si sente inerme e può descriversi come un essere inutile in un mondo dove nulla conta.
La depressione bipolare è fisicamente estenuante. Alcuni pazienti riferiscono tremori e sussulti. Naturalmente per ogni paziente è diverso ma ciò che accomuna tutti è la devastante angoscia.
I sintomi descritti tra i criteri del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) non riescono a catturare la vera angoscia che caratterizza la depressione bipolare.
Chi ha sperimentato queste fasi sa che spesso regna anche confusione oltre che una travolgente disperazione.
La parola “tristezza” minimizza i sentimenti sperimentati da chi soffre di depressione bipolare. I sintomi della depressione bipolare si configurano in un quadro molto complesso.
Per non parlare dell’impotenza percepita dalle persone care. Se è vero che chi soffre di disturbo bipolare sprofonda in un’angoscia fagocitante, è anche vero che chi vive a stretto contatto con un bipolare che sperimenta una fase depressiva può essere pervaso da sentimenti di sconforto.
I pazienti con disturbo bipolare rispondono bene a un tipo di terapia integrata dove al supporto farmacologico è associata la psicoterapia.
E’ possibile “minimizzare” l’intensità della depressione bipolare così come l’intensità delle fasi maniacali. Negli USA si parla di vera e propria prevenzione dove la psicoanalisi gioca un ruolo fondamentale nella cura del disturbo.
Per minimizzare gli episodi maniacali, ipomaniacali o depressivi, il primo passo da fare è diventare consapevoli di cosa si sta vivendo.
E’ importante fare introspezione e cogliere eventuali segnali di allarme che possono presagire una fase depressiva o maniacale.
Conoscersi è importantissimo ed è altrettanto importante dare una netta priorità a uno stile di vita sano.
In chi soffre di disturbo bipolare, costruire una routine è importante. Farmaci, esercizio fisico, dieta e sonno sono fattori determinanti nella cura del disturbo, come lo è farsi seguire da un buon psicoanalista o psicoterapeuta nelle fasi in cui l’umore è costante.
Se soffri di disturbo bipolare dovresti iniziare a riconoscere l’enormità di energia necessaria per gestire un episodio depressivo.
La consapevolezza della tua malattia può aiutarti ad attenuare, almeno in parte, i sintomi. Con la consapevolezza che si tratta di una fase che presto o tardi giungerà a termine, potresti essere meno pervaso dal senso di angoscia.
Impara a essere auto-compassionevole e ad approcciarti con razionalità anche nelle fasi depressive. Non iniziare o interrompere improvvisamente l’assunzione di farmaci se prima non ne hai parlato con il tuo psichiatra di fiducia.
Ricorda sempre che la depressione bipolare è destinata a giungere a termine e a quel punto tu potrai rinascere, ricostruire tutto, re-inventarti e lavorare sulla tua salute mentale; finalmente potrai costruire una tua stabilità. Non arrenderti.
Quando si parla di guarire dal disturbo bipolare o di cura della depressione bipolare bisogna prestare attenzione a diversi fattori e tra questi non mancano cure farmacologiche. I fattori da considerare sono:
Quali sono i farmaci usati per la cura della depressione bipolare?
Alcuni clinici così come le stesse linee guida dell’American Psychiatric Association (APA) propongono un approccio conservativo. Cosa significa? Che quando subentra la depressione bipolare si usano antidepressivi sempre però associati a stabilizzatori dell’umore. L’uso di antidepressivi, poi, si sospende rapidamente alla risoluzione dell’episodio depressivo.
Le forme di bipolarismo con episodi di depressione bipolare di lieve e media gravità sarebbero invece trattate con farmaci a base di sali di litio o la lamotrigina.
Perché l’uso degli antidepressivi potrebbe innescare una fase maniacale o ipomanicale oppure accelerare i cicli di “umore stabile – depressione – mania”.
Se queste sono le linee guida dell’APA, secondo altri autori, l’uso degli antidepressivi sarebbe meno efficace nel trattamento della depressione bipolare rispetto al trattamento della depressione reattiva o depressione maggiore.
Nonostante queste “voci fuori dal coro” anche i clinici europei pensano che gli antidepressivi possono essere una pietra miliare per il trattamento della depressione bipolare in quanto i dati di efficacia in acuto sono superiori a quelli disponibili per gli stabilizzatori dell’umore e il rischio di accelerazione dei cicli è sopravalutato.