L’immaginario collettivo è influenzato dai film che vediamo. Tunnel, distese immense, colori che tendono al celeste e nuvole. Così la fantasia descrive i primi istanti dopo la morte. Ma oggi la scienza ha le idee chiare e spiega cosa accade.
Uno studio dell'Università di Southampton pubblicato su Resuscitation è arrivato a definire un punto di non ritorno sulla conoscenza dello stato di pre-morte. Pochi minuti di consapevolezza, anche se il cuore ha smesso di battere, in cui ci si rende pienamente conto di quello che succede intorno.
Dopo 4 anni di ricerche, gli studiosi affermano che quasi il 40% dei sopravvissuti a un arresto cardiaco descrive un qualche tipo di consapevolezza nel periodo di tempo in cui erano clinicamente morti, prima che il cuore ripartisse. Un uomo addirittura ha ricordato di aver lasciato il suo corpo e di aver assistito alle manovre di rianimazione da un angolo della stanza. Nonostante sia rimasto “morto” per 3 minuti, il 57enne di Southampton coinvolto nella ricerca ha ricordato le azioni degli infermieri nel dettaglio, descrivendo pesino il suono dei macchinari. Di sicuro, spiegano, “il cervello non può funzionare quando il cuore smette di battere", spiega al Telegraph il coordinatore del lavoro, Sam Parnia.
"Ma in questo caso la consapevolezza cosciente è continuata per più di 3 minuti nel periodo in cui il cuore non batteva, nonostante il cervello si 'disattivi' 20-30 secondi dopo che il cuore si è fermato". Insomma, la ricerca rivela la possibilità di una sorta di finestra di consapevolezza di alcuni minuti dopo che il cuore ha smesso di battere, quindi. E non si tratta di immaginazione o autosuggestione. "L'uomo ha descritto tutto quello che è accaduto nella stanza. Ma cosa ancor più importante, ha udito due beep di un macchinario che fa un rumore a intervalli di 3 minuti. Così possiamo misurare la durata della sua esperienza. Ci è apparso molto credibile: tutto quello che ci ha detto gli era davvero accaduto". Dei 2.060 pazienti in arresto cardiaco studiati, 330 sono sopravvissuti e 140 hanno avuto esperienza di un qualche tipo di consapevolezza mentre venivano rianimati. "Stime hanno suggerito che milioni di persone hanno avuto vivide esperienze in relazione alla morte, ma le prove scientifiche finora erano ambigue - nota Parnia - Molte persone hanno dato per scontato che queste fossero allucinazioni o illusioni, ma" i fatti descritti "sembrano corrispondere a eventi reali.
Queste esperienze - conclude - necessitano di ulteriori indagini".