IL TESTO DELL'INNO DI MAMELI
Categoria : DIALOGO CON L'EDITORE
Pubblicato da Gennaro Piccolo in 29/4/2015
In molti criticano questo testo: troppo retorico, si dice, pomposo, parole arcaiche, dell'Ottocento... Be', che le parole siano molto "Ottocentesche" non c'è dubbio, ma che altro poteva fare uno che scriveva nel 1847? E comunque guardate i testi degli altri inni nazionali e vedrete che come retorica non scherzano nemmeno loro. E poi retorico... Sarebbe retorico quel "Siam pronti alla morte"? Be', però se pensate che il testo è stato scritto da uno che poi è morto a 22 anni combattendo per le sue idee, mi pare che non sia così retorico







Fratelli d'Italia,

l'Italia s'è desta, 

dell'elmo di Scipio

s'è cinta la testa. 

Dov'è la Vittoria? 

Le porga la chioma, 

che schiava di Roma 

Iddio la creò. 

Stringiamoci a coorte, 

siam pronti alla morte. 

Siam pronti alla morte, 

l'Italia chiamò. 

Stringiamoci a coorte, 

siam pronti alla morte. 

Siam pronti alla morte, 

l'Italia chiamò, sì! 




Noi fummo da secoli 

calpesti, derisi, 

perché non siam popoli, 

perché siam divisi. 

Raccolgaci un'unica

bandiera, una speme: 

di fonderci insieme 

già l'ora suonò.

Stringiamoci a coorte, 

siam pronti alla morte. 

Siam pronti alla morte, 

l'Italia chiamò, sì! 




Uniamoci, uniamoci, 

l'unione e l'amore 

rivelano ai popoli 

le vie del Signore. 

Giuriamo far libero 

il suolo natio: 

uniti, per Dio, 

chi vincer ci può?

Stringiamoci a coorte, 

siam pronti alla morte. 

Siam pronti alla morte, 

l'Italia chiamò, sì! 



Dall'Alpe a Sicilia, 

Dovunque è Legnano; 

Ogn'uom di Ferruccio 

Ha il core e la mano; 

I bimbi d'Italia

Si chiaman Balilla; 

Il suon d'ogni squilla 

I Vespri suonò.

Stringiamoci a coorte, 

siam pronti alla morte. 

Siam pronti alla morte, 

l'Italia chiamò, sì! 

 


Son giunchi che piegano 

Le spade vendute;

Già l'Aquila d'Austria

Le penne ha perdute.

Il sangue d'Italia

E il sangue Polacco

Bevé col Cosacco,

Ma il cor le bruciò.

Stringiamoci a coorte, 

siam pronti alla morte. 

Siam pronti alla morte, 

l'Italia chiamò, sì! 
l'elmo di Scipio: L'Italia ha di nuovo sulla testa l'elmo di Scipio (Scipione l'Africano), il generale romano che nel 202 avanti Cristo sconfisse a Zama (attuale Algeria) il cartaginese Annibale. L'Italia è tornata a combattere.


Le porga la chioma: La Vittoria sarà di Roma, cioè dell'Italia. Nell'antica Roma alle schiave venivano tagliati i capelli. Così la Vittoria dovrà porgere la sua chioma perché sia tagliata, perché la Vittoria è schiava di Roma che sarà appunto vincitrice.



coorte: nell'esercito romano le legioni (cioè l'esercito), era diviso in molte coorti. Stringiamoci a coorte significa quindi restiamo uniti fra noi combattenti che siamo pronti a morire per il nostro ideale.



calpesti: calpestati



Raccolgaci: la lingua di Mameli è la lingua poetica dell'Ottocento. Questo raccolgaci in italiano moderno sarebbe ci raccolga, un congiuntivo esortativo che assimila il pronome diretto. Il significato è: ci deve raccogliere, tenere insieme.



una speme: altra parola letteraria e arcaica. Significasperanza. Non c'è però da stupirsi troppo se Mameli usa queste parole. Nella lingua delle canzonette di musica leggera intorno al 1950, queste parole si trovano ancora.



fonderci insieme: negli anni di Goffredo Mameli l'Italia è ancora divisa in molti staterelli. Il testo dice che è l'ora di fondersi, di raggiungere l'unità nazionale.



per Dio: doppia interpretazione possibile. Per Dio è un francesismo e quindi significa "da Dio": se siamo uniti da Dio, per volere di Dio, nessuno potrà mai vincerci.

Certo è però che in italiano "per Dio" può essere anche una imprecazione, una esclamazione piuttosto forte. Che avrà mai voluto intendere Goffredo Mameli? Siccome aveva Vent'anni ci piace pensare che abbia voluto lui stesso giocare sul doppio senso (in fondo i suoi rapporti con il Vaticano non erano buonissimi, tant'è vero che è morto proprio a Roma dove combatteva per la Repubblica)



Dovunque è Legnano: ogni città italiana è Legnano, il luogo dove nel 1176 i comuni lombardi sconfissero l'Imperatore tedesco Federico Barbarossa



Ferruccio: ogni uomo è come Francesco Ferrucci, l'uomo che nel 1530 difese Firenze dall'imperatore Carlo V.



Balilla: è il soprannome del bambino che con il lancio di una pietra nel 1746 diede inizio alla rivolta di Genova contro gli Austro-piemontesi



I Vespri: Nel 1282 i siciliani si ribellano ai francesi invasori una sera, all'ora del vespro. La rivolta si è poi chiamata la rivolta dei Vespri siciliani



Le spade vendute: i soldati mercenari si piegano come giunchi e l'aquila, simbolo dell'Austria, perde le penne.



Il sangue polacco: L'Austria, alleata con la Russia (il cosacco), ha bevuto il sangue Polacco, ha diviso e smembrato la Polonia. Ma quel sangue bevuto avvelena il cuore degli oppressori