-Si la porto subito. Rispose Riccardo
Andò a prendere una birra in frigo la aprì e la mise su un vassoio con un bicchiere poi la portò ad Arturo, che si mise a berla attaccandosi alla canna della bottiglia.
-Mi scusi signor Arturo non avevo sentito. Le disse in tono umile.
-Rassegnati cornuto con la mia troia ci faccio quello che mi pare.
Le urlo in faccia.
-Certo signor Arturo, mi scusi ancora ho avuto un momento di gelosia, è una cosa cosi strana e perversa che mi fa impazzire.
-Cosa c’è di strano, se Arturo ha deciso di prestarmi a un suo amico non c’è niente di male è un suo diritto, lui è il nostro Padrone. Disse Lorena.
-Si certo è vero, mi scusi signor Arturo.
-Adesso portami il cordless e inserisci il vivavoce che devo chiamare il mio amico. Ordinò.
Riccardo andò a prenderle il telefono e gli e lo portò, Arturo compose il numero.
-Pronto ciao Carmine, sono qui dalla mia troia e il mio cornuto.
-Ah si ho capito. Le rispose
-Mi avevi detto che ti sarebbe piaciuto scoparti lei.
-Si mi piacerebbe è una bella figa.
-Se vieni a casa loro te la faccio scopare subito, è qui se vuoi parlarci siamo in vivavoce sente anche il cornuto.
- Lorena ?
-Si signore.
-Se vengo li posso scoparti?
-Certo signore.
-Anche incularti?
-Se Padron Arturo è d’accordo si.
-E tu cornuto sei contento che vengo a scoparti la mogliettina?
-Si signore.
-Allora vieni. Chiese Arturo.
-Arrivo. Rispose il suo amico.
Arturo era il master/bull di Riccardo e Lorena da otto mesi e si era divertito un mondo, si era goduto in tutti modi passibili e immaginari quella bellissima donna di Lorena facendole e facendosi fare di tutto, lei dolce e sottomessa esaudiva qualsiasi suo desiderio e lui ne approfittava.
In oltre umiliava come voleva i coniugi che subivano tutto senza mai lamentarsi.
Lorena aveva cancellato la sua dignità e qualunque rispetto per se stessa diventando un giocattolo tra le sue mani, l’aveva scopata in mille modi, l’aveva addestrata a trarre godimento dalla sottomissione fisica e mentale guidandola per strade sempre più perverse fino al fondo della depravazione, l’aveva usata in tutti i buchi e lei ubbidiva a tutti i suoi ordini senza fiatare.
Adesso era arrivato il momento di trascinarla alla depravazione totale nel modo più laido fino a farla diventare una docile schiava puttana in sua balia.
Le fece mettere un grembiulino di pizzo bianco senza nessun altro indumento a parte la crestina, le calze nere ei tacchi a spillo altissimi che la obbligavano a spingere in alto il sedere nudo con le tette balzavano fuori dalla pettorina del grembiule.
Riccardo era completamente nudo.
Quando suono il campanello Arturo mandò Lorena ad aprire la porta, la donna si trovo davanti un uomo corpulento sui sessanta anni.
-Che bella figa che sei. Disse subito a Lorena che effettivamente lo era, ventinove anni biondina viso dolce terza di reggiseno alta uno e settanta per sessanta quarto chili.
-Grazie signore. Rispose.
L’uomo le prese in mano le tette e comincio a palparle senza ritegno.
Una volta entrato le prese una natica con la mano e glie la strinse, Lorena le disse di seguirla in salotto dove vi era Arturo seduto sul divano e Riccardo nudo in piedi al suo fianco.
-Mettiti pure comodo, vuoi qualcosa da bere o un caffè? Chiese Arturo.
-No grazie sono a posto e non vedo l’ora di scoparmi la tua troia.
-Prego accomodati subito nella camera da letto con la zoccola e fai tutto quello che vuoi, tra poco io e il cornuto usciamo, andiamo qui al bar sottocasa a farci una birra, quando hai finito vieni giù che il cornuto ti offre da bere.
Arturo e Carmine si misero a ridere sguaiata mete.
Riccardo guardò con uno sguardo sconsolato l’uomo che cinse con un braccio il fianco di sua moglie e la guidò nella sua camera da letto.
Arturo le ordinò di vestirsi.
-Dai che li lasciamo scopare in pace. Gli disse.
Riccardo aveva le lacrime agli occhi ma era visibilmente eccitato, sua moglie stava per andare a letto con un perfetto sconosciuto su ordine del su amante e lui si sentiva cosi impotente cosi incapace di fare qualcosa per evitarlo, si sentiva una nullità ma la cosa lo eccitava da morire.
Carmine le alzò il grembiulino e cominciò a pizzicarle la fighetta, poi strinse le due grandi labbra una contro l’altra continuando a pizzicarle con le dita, Lorena sentiva male ma più sentiva male più aveva voglia di sentirlo, lui passò a pizzicale il clitoride che era più sensibile e delicato, Lorena era totalmente in sua balia, Carmine cominciò a toccarla dappertutto portandola al limita dell’eccitazione, la bacio sulla bocca con la lingua senza lasciarle un minimo di iniziativa, cosa che piaceva tantissimo a Lorena, probabilmente Arturo lo aveva istruito a dovere.
Lorena si lasciò andare completamente, lui le accarezzava le tette cosi leggermente che le procurò dei brividi intensi e le fece venire la pelle d’oca.
Poi le prese un capezzolo tra le labbra e cominciò a succhiarglielo con forza, Lorena era completamente bagnata, emise un gridolino quando lui si spogliò e la fece distendere sul letto lui si distese sopra e si schiacciò contro di lei, il suo pene appoggiato sul ventre la eccitava ancora di più era caldo e duro, lei indossava ancora le calze nere i tacchi a spillo e il grembiulino arrotolato sulla pancia.
Lorena sollevò le cosce e gli e le mise intorno alla vita, lo senti entrare in modo fermo e deciso, lui le apri le chiappe con la mano e cominciò a scoparla con un vigoroso va e vieni, Lorena godette quasi subito, lui andò avanti per un tempo indefinito prima di raggiungere l’orgasmo svuotandosi dentro di lei.