C’e’ chi si dedica all’autoerotismo, chi ha rapporti completi con il partner e chi si trova a ’insidiare’ - suo malgrado - il coinquilino. Sono notti d’inferno quelle dei ’sonnambuli del sesso’, gli italiani colpiti da sleepsex: un disturbo del comportamento nel sonno simile al sonnambulismo che, a volte, rischia di farli finire persino in tribunale.
Lo spiega all’Adnkronos Salute il direttore del Centro di Medicina del Sonno dell’ospedale Molinette di Torino, Alessandro Cicolin. "Si stima che questo disturbo colpisca fino al 2% della popolazione, ma il problema e’ che si tratta di casi misconosiuti perche’ il paziente, al risveglio, non ricorda nulla". Insomma, non c’e’ memoria delle azioni compiute.
"Tanto che e’ il partner a riferire gli strani comportamenti notturni, e spesso all’inizio non viene creduto", prosegue Cicolin. "Lo sleepsex e’ caratterizzato da pattern del sonno particolari: chi ne e’ afflitto non finge. Semplicemente non si rende conto di quello che fa, e al risveglio non ricorda assolutamente nulla.
Cosi’ nel sonno si ritrova a seguire istinti primari come mangiare, bere, fare pipi’ o fare sesso. Il problema e’ che il cervello e’ in parte sveglio, in parte addormentato: alcune aree sono attive e il resto dorme".
Cosi’ si finisce per trovarsi a mangiare pollo crudo in piena notte, a fare pipi’ sul tappeto del salone, a spostare i mobili, a insidiare il coinquilino. "Non e’ un caso che a volte ci si faccia male, magari sbattendo o aprendo sportelli. O si faccia male ad altri. E alcuni eventi parasonnici finiscono in tribunale. A noi - racconta - e’ capitato di esaminare il caso di un uomo che era stato denunciato per molestie su minore.
Lui non ricordava nulla. Ebbene, l’analisi del suo comportamento, l’esame dei pattern del sonno, i colloqui con le partner precedenti e gli stessi racconti dei testimoni ci hanno permesso di capire che si trattava di eventi parasonnici". Insomma, l’uomo era un ’sonnambulo del sesso’, "una perizia accolta poi dal giudice".