In effetti ci sono non poche differenze tra l’orifizio anale e quello vaginale, sia dal punto di vista anatomico che fisiologico. La vagina è costituita da tessuti lassi, estremamente elastici e durante il rapporto sessuale a questo livello si verificano delle modificazioni che portano alla produzione di un fluido lubrificante che, riducendo l’attrito, rende possibile la penetrazione, senza sensazioni spiacevoli e senza rischio di traumi.
Non così l’orifizio anale, dotato di una muscolatura più robusta (necessaria per la continenza) e del tutto privo di meccanismi spontanei di lubrificazione. Per questo la penetrazione anale, se effettuata senza l’ausilio di lubrificanti e senza la dovuta cautela, può essere fonte di traumatismi, che possono interessare, a seconda della gravità, la sola mucosa o anche gli strati sottostanti.
E’ necessario tener presente inoltre che praticare penetrazioni anali e vaginali senza soluzione di continuità tra una modalità e l’altra espone al rischio di vaginiti, dato che a livello rettale sono normalmente presenti germi che possono risultare patogeni se “trasportati” nell’ambiente vaginale.
“Capita ogni tanto di fare sesso anale con il mio ragazzo non usando precauzioni, è possibile restare incinta?”
“Vorrei sapere se avendo rapporti anali con una donna non si corre nessun pericolo anche con l’eiaculazione”.
“E’ possibile restare incinta tramite rapporti anali senza preservativo?”
“In un rapporto anale cosa può procurare lo sperma alla donna?”
L’anatomia femminile rimane ancora “misteriosa”, sembra. Nessun rischio di gravidanza, anche nel caso di eiaculazione nei rapporti anali, perché (salvo rarissime e gravi patologie) non c’è alcuna comunicazione interna tra retto e vagina, due strutture che, pur essendo contigue, rimangono del tutto separate.
Per questo l’uso del preservativo a scopo contraccettivo in questo caso non è obbligatorio, ma occorre non dimenticare mai il dato che, sia per il maggior rischio di traumatismi, sia per il fatto che la mucosa rettale è assai più permeabile di quella vaginale, il rapporto anale (in particolare se c’è l’eiaculazione ) è una pratica altamente a rischio per la diffusione delle malattie a trasmissione sessuale, dall’AIDS in giù, per cui l’uso del profilattico rimane indicato come protezione da questo tipo di pericolo.
“Un dubbio più profondo è legato alla sfera emozionale/psicologica, riguardo il desiderio di una pratica sessuale spinta: il mio dubbio è che spesso l’esplicazione di tali pratiche sia vissuta come un favore, piuttosto che un piacere anche personale. Com’è possibile che molte donne siano così restie e prevenute nei confronti di pratiche un po' meno ortodosse della posizione del “missionario”?”
L’espressione della propria sessualità è condizionata da una quantità di fattori, molti dei quali di natura culturale. Per molte delle generazioni passate tutto ciò che esulava appena da una presunta e ben codificata normalità era considerato “sporco”, peccaminoso, da riservare a rapporti con partners per i quali non si avesse né amore né rispetto. E di certo questa impostazione ha gravato pesantemente sull’atteggiamento femminile rispetto ad una visone più libera e “curiosa” della sessualità.
Molte cose stanno cambiando nelle giovani generazioni, ma non è detto che il percorso proceda alla stessa velocità per tutti.
Se è dunque vero che le pratiche sessuali, anche le più fantasiose, sono comunque lecite tra adulti consenzienti, è altrettanto necessario che le scelte siano condivise e “rinegoziate” ogni qual volta uno dei partners si accorga di sentirle come un peso, un’imposizione da parte dell’altro, piuttosto che come espressione del proprio desiderio. Come sempre il presupposto indispensabile è il dialogo, fatto di parole ma anche di gesti, che porti ad un approfondimento del livello di intimità e fiducia, unico terreno sul quale si potrà decidere poi insieme quali “territori” andare ad esplorare.