L’allontanamento mina l'amore un tempo forte: questo amore, sopravvissuto a colpi e pugnalate tremende
Articolo di Anonimi pubblicato il 5/6/2011 (1178 Letture)
Vi scrivo brevemente la mia storia per un confronto, per riflettere ancora, a distanza di anni, per cercare di capire e stemperare la delusione e l'incredulità che ancora mi assalgono. Ho 39 anni e sono separata (mio malgrado) da due. Soffro ancora di questa condizione, anche se la sto superando.
Ho un bimbo stupendo, che è la mia vita, con cui mi ho una grande intesa, di 7 anni. Abitiamo vicino ed a stretto
contatto con i miei genitori e facciamo un po' nido con loro...
I riferimenti affettivi non mancano al mio bimbo, tranne quello del padre.
Il mio ex marito era un ragazzo stupendo, maturo (troppo per la sua età..ora, con il senno di poi, lo capisco...) affidabile, razionale, cresciuto con valori che sembravano saldi e che io ho condiviso con lui per anni... anni molto felici.
Dopo un lungo e meraviglioso fidanzamento, presa la laurea e trovato un lavoro entrambi, ci sposiamo.
Lui ha desiderio di paternità, io ho sempre desiderato figli e quando ce la sentiamo (un annetto e mezzo dopo il matrimonio) cerchiamo il nostro bimbo, che arriva quasi subito, con grande gioia, mista a quella inevitabile paura che si prova nel diventare genitori.
Presto (incinta di due mesi appena!) in mio marito scatta una molla "anomala"... si allontana, fa un viaggio all'estero per lavoro, incontra una ragazza (sconosciuta!) per la strada, si mette a chiaccherare con lei e torna a casa diverso.
Mi dice che si è innamorato di un'altra!!
E' un colpo, ma capisco anche che non è possibile, eravamo felici, andava tutto bene...
Contatto d'urgenza una psicologa, convinta che una cosa simile sia assurda e capiti ad un caso su un milione, invece scopro che ci sono tanti uomini che reagiscono in modo impensabile di fronte alla maternità della compagna.
Intuisco, parlando con la dottoressa, che certi uomini nutrono amori morbosi (inconsciamente), che una gravidanza può scatenare in loro reazioni di "gelosia" potenti, con conseguenza catastrofiche.
Sei mesi di inferno emotivo, quasi tutta la mia gravidanza la passo in questa condizione, poi lui rinsavisce e io, provata da uno stress così forte, ho ripercussioni psico-fisiche, da cui forse non mi sono mai ripresa del tutto.
Rimettiamo in piedi il matrimonio, lui torna quello di prima, forse... e comunque è un papà attento, premuroso, partecipe... ma il tarlo è lì e lavora... corrode...
Lui non si sente più il mio unico oggetto d'amore (anche se io non l'ho mai trascurato per via del bimbo, semmai il contrario a volte!!) e si butta inconsciamente sul lavoro.
Di natura ambiziosa, il lavoro prende piano piano il mio posto, per il lavoro si allontana sempre più sia in termini di tempo, sia di spazio, fino a trasfersi all'estero per portare avanti il sogno di un'improvvisata e fallimentare attività in proprio (dopo essersi licenziato da un ruolo di responsabilità, da molti giudicato appagante...).
L’allontanamento mina l'amore un tempo forte: questo amore, sopravvissuto a colpi e pugnalate tremende, non viene più coltivato, solo dato per scontato, per consolidato... Io sto male: risvegli notturni, tachicardie, crisi, il mio corpo mi parla di un forte disagio: ne parlo con lui, gli scrivo lettere, ogni volta che parte mi sembra un addio...ma sono tutte mie fantasie, secondo lui...
Finchè un giorno, da una mia lettera, capisce quanto sto male e la soluzione è... lasciarci! Senza provare a combattere in due (io da sola lo facevo già da tempo, anche se forse nel modo sbagliato), "ormai le cose sono cambiate"!
E io decido per la separazione, non subito, combatto ancora e ancora, ma lui ormai guarda oltre. La sua famiglia non è più l'obiettivo numero 1: la sua realizzazione personale lo è. Poi all'orizzonte una donna, o meglio una ragazzina diciottenne (lui 36enne!) straniera, dell'est europa (strano vero?!!) si avvicina alla sua vita ed entra a farne parte...
Li decido per la separazione effettiva, con immensa sofferenza e travaglio per me...
Ora, elaborato il lutto del suo abbandono (plurimo)... accettata la delusione sul fronte uomo e marito, soffro molto, moltissimo perchè sento che sta mettendo il suo bambino dopo se stesso... che il suo comportamento potrebbe creare danni al mio piccolo e che il padre nemmeno si pone problemi, nemmeno si interroga in merito.
L'importante è soddisfare i suoi bisogni, a cui tutti devono adeguarsi...
E per la seconda volta intuisco che la sua attuale relazione (con la ragazzina del'est) è di tipo morboso...
Ho lottato affinchè questo avvenisse il più tardi possibile e mi ha ascoltato, ma proprio ora mentre scrivo il mio bimbo è con loro due... per la prima volta...
Ho un bimbo stupendo, che è la mia vita, con cui mi ho una grande intesa, di 7 anni. Abitiamo vicino ed a stretto
contatto con i miei genitori e facciamo un po' nido con loro...
I riferimenti affettivi non mancano al mio bimbo, tranne quello del padre.
Il mio ex marito era un ragazzo stupendo, maturo (troppo per la sua età..ora, con il senno di poi, lo capisco...) affidabile, razionale, cresciuto con valori che sembravano saldi e che io ho condiviso con lui per anni... anni molto felici.
Dopo un lungo e meraviglioso fidanzamento, presa la laurea e trovato un lavoro entrambi, ci sposiamo.
Lui ha desiderio di paternità, io ho sempre desiderato figli e quando ce la sentiamo (un annetto e mezzo dopo il matrimonio) cerchiamo il nostro bimbo, che arriva quasi subito, con grande gioia, mista a quella inevitabile paura che si prova nel diventare genitori.
Presto (incinta di due mesi appena!) in mio marito scatta una molla "anomala"... si allontana, fa un viaggio all'estero per lavoro, incontra una ragazza (sconosciuta!) per la strada, si mette a chiaccherare con lei e torna a casa diverso.
Mi dice che si è innamorato di un'altra!!
E' un colpo, ma capisco anche che non è possibile, eravamo felici, andava tutto bene...
Contatto d'urgenza una psicologa, convinta che una cosa simile sia assurda e capiti ad un caso su un milione, invece scopro che ci sono tanti uomini che reagiscono in modo impensabile di fronte alla maternità della compagna.
Intuisco, parlando con la dottoressa, che certi uomini nutrono amori morbosi (inconsciamente), che una gravidanza può scatenare in loro reazioni di "gelosia" potenti, con conseguenza catastrofiche.
Sei mesi di inferno emotivo, quasi tutta la mia gravidanza la passo in questa condizione, poi lui rinsavisce e io, provata da uno stress così forte, ho ripercussioni psico-fisiche, da cui forse non mi sono mai ripresa del tutto.
Rimettiamo in piedi il matrimonio, lui torna quello di prima, forse... e comunque è un papà attento, premuroso, partecipe... ma il tarlo è lì e lavora... corrode...
Lui non si sente più il mio unico oggetto d'amore (anche se io non l'ho mai trascurato per via del bimbo, semmai il contrario a volte!!) e si butta inconsciamente sul lavoro.
Di natura ambiziosa, il lavoro prende piano piano il mio posto, per il lavoro si allontana sempre più sia in termini di tempo, sia di spazio, fino a trasfersi all'estero per portare avanti il sogno di un'improvvisata e fallimentare attività in proprio (dopo essersi licenziato da un ruolo di responsabilità, da molti giudicato appagante...).
L’allontanamento mina l'amore un tempo forte: questo amore, sopravvissuto a colpi e pugnalate tremende, non viene più coltivato, solo dato per scontato, per consolidato... Io sto male: risvegli notturni, tachicardie, crisi, il mio corpo mi parla di un forte disagio: ne parlo con lui, gli scrivo lettere, ogni volta che parte mi sembra un addio...ma sono tutte mie fantasie, secondo lui...
Finchè un giorno, da una mia lettera, capisce quanto sto male e la soluzione è... lasciarci! Senza provare a combattere in due (io da sola lo facevo già da tempo, anche se forse nel modo sbagliato), "ormai le cose sono cambiate"!
E io decido per la separazione, non subito, combatto ancora e ancora, ma lui ormai guarda oltre. La sua famiglia non è più l'obiettivo numero 1: la sua realizzazione personale lo è. Poi all'orizzonte una donna, o meglio una ragazzina diciottenne (lui 36enne!) straniera, dell'est europa (strano vero?!!) si avvicina alla sua vita ed entra a farne parte...
Li decido per la separazione effettiva, con immensa sofferenza e travaglio per me...
Ora, elaborato il lutto del suo abbandono (plurimo)... accettata la delusione sul fronte uomo e marito, soffro molto, moltissimo perchè sento che sta mettendo il suo bambino dopo se stesso... che il suo comportamento potrebbe creare danni al mio piccolo e che il padre nemmeno si pone problemi, nemmeno si interroga in merito.
L'importante è soddisfare i suoi bisogni, a cui tutti devono adeguarsi...
E per la seconda volta intuisco che la sua attuale relazione (con la ragazzina del'est) è di tipo morboso...
Ho lottato affinchè questo avvenisse il più tardi possibile e mi ha ascoltato, ma proprio ora mentre scrivo il mio bimbo è con loro due... per la prima volta...
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