con la scusa che:
- "voglio essere onesto con te perchè ti rispetto";
- "ma noi siamo una coppia aperta" (sentita anche questa in giro, e questa crea una grandissima sofferenza sottocutanea e ancora peggiore, perchè si deve far finta di essere disinibiti);
- "ma io amo te";
- "tu sei la donna della mia vita" o ancora peggio "ma TU sei TU" che implica una ipotetica messa SOTTOTERRA dell'inconsapevole altra, poveraccia, che magari si straccia le vesti per il tuo lui, e se ha un blog, grida le sue pene d'amore al mondo (basta donne, basta, un pò di dignità... ma di certo i post strappalacrime sono per l'uomo in questione, devo dire che a volte funziona però....)
Quindi, in qualsiasi ipotesi si ricada, soffrire non porterà a nulla, non si cancella quello che è stato, nè tantomeno le sue infelici giustificazioni, nè si potrà ristabilire uno status quo precedente, casomai se ne potrà instaurare uno nuovo e diverso, se se ne è capaci (e se ne vale la pena). Ne mai il lui in questione avrà un barlume di empatia nei confronti di ciò che prova la lei in questione; si limiterà a pensare "ma cosa ho fatto per provocare tanto dolore?"...
Nemmeno se l'oggetto dell'amore è lontano, soffrire serve a qualcosa: di certo la sofferenza non lo porterà col teletrasporto qui presso di noi ...
E' come per la mia tachicardia. Il cardiologo nuovo (l'altro stava invecchiando pertanto ne ho preso uno più giovane e carino) mi ha spiegato le "mosse" per fermarla: c'è la compressione della carotide, il massaggio forte delle palpebre a occhi chiusi ecc. Io mi sono permessa di far presente che ho il mio rimedio, e cioè? dice lui, cioè cercare la vena del polso sinistro dove si sente il battito, e premere forte...la tachicardia si blocca..... dice che non l'ha mai sentita... il copyright è mio, sia chiaro ...Che poi pur essendo nuovo il cardiologo mi ha detto le stesse cose di quello vecchio, oltre a dirmi che mi trova in "buona forma fisica" e che "una giovane donna come lei non è a rischio" ... l'avrei baciato ...
Insomma si deve bloccare così, la sofferenza, si immagina di premere le dita nel nervo del cervello che A NOI parte per l'uomo in questione, ripetendo spesso che l'uomo in questione non è che "un piccolo uomo"; utile anche ridimensionarlo molto rispetto al piedistallo in cui di certo l'avevamo messo e si sa che più in alto uno è, più si fa male e fa male, quando cade.... poi si può andare avanti; consigliabile anche attivare l'opzione "cancellazione TOTALE di tutto ciò che riguarda il lui in questione", questa è una tecnica che andrebbe sempre associata....
Questo vale anche per gli uomini nei nostri confronti, ma sinceramente, cosa facciano gli uomini, non è che mi interessi molto, sono loro i nostri oggetti di sofferenza, si arrangino un pò..... Donne, emancipiamoci anche dalla sofferenza per amore.
I gentili signori che leggono sono come sempre esclusi dal mio veleno ...
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