La scelta del latte artificiale spetta sempre ed esclusivamente al pediatra; la madre non può e non deve assolutamente sceglierlo in base alle proprie preferenze, come avviene durante una normale spesa al supermercato. Tra i latti artificiali presenti in commercio possono infatti esservi delle piccole differenze di composizione che rendono più idoneo un prodotto rispetto ad un altro.
La composizione dei latti artificiali deve comunque corrispondere ai dettami dell'ESPGAM, un Ente Internazionale di Controllo costituito da medici (pediatri, gastroenterologi, allergologi ecc.) che studiano le necessità alimentari del bambino, in funzione di un corretto sviluppo e della prevenzione di problemi futuri (allergie, preferenze alimentari - importanti nella prevenzione di obesità, diabete ed altre malattie - ecc.).
L'ESPGAM fornisce degli intervalli di concentrazione ottimale per ogni nutriente che, dopo essere diventati oggetto di un regolamento CEE recepito dagli stati membri, obbliga i produttori di alimenti per l'infanzia ad adeguarsi a tali indicazioni.
Per la massima tutela del neonato, le norme ed i controlli sui latti artificiali sono particolarmente severe.
Per valutare l'accrescimento di un neonato i pediatri si basano su misure antropometriche. Peso, età, circonferenza cranica, lunghezza, piega cutanea del braccio e sua circonferenza, sono i parametri più comunemente rilevati.
Questi dati vengono poi confrontati con grafici particolari, dove sono riportate specifiche curve di accrescimento (differenti nei due sessi). La valutazione dei risultati è importante sia se il piccolo viene alimentato con latte materno, sia se la sua alimentazione si basa esclusivamente su quello artificiale.
Casi in cui non è possibile l’allattamento al seno
Appurato che il latte materno rappresenta per il neonato il primo ed insostituibile alimento, esistono alcune situazioni ben precise in cui non è possibile allattare al seno. Una delle più comuni è la comprovata impossibilità di allattare per mancanza di latte o agalattia (condizione che si manifesta nel 2% delle mamme); in casi fortunatamente più rari esistono invece delle forti controindicazioni all'allattamento, come in presenza di gravi malattie (ad es. HIV, tubercolosi), uso di droghe, malnutrizione, utilizzo di farmaci particolari che possono passare nel latte o cure debilitanti di varia natura.
Tipi di latte artificiale, destinati a bambini sani
In base all'età a cui sono destinati si differenziano in:
Latte adattato o latte di partenza: più digeribile e ricco in sieroproteine, ha una composizione molto simile a quella del latte materno, è arricchito in lattosio, in oligosaccaridi, in grassi di origine prevalentemente vegetale, in vitamine ed in sali minerali. Attualmente è il latte più usato dalla nascita fino al 4°- 5° mese di vita.
E’ definito Latte per lattanti o di partenza (contraddistinto dal numero 1).
Latte parzialmente adattato o latte di proseguimento: si differenzia per un minor contenuto di lattosio, in parte sostituito da glucosio e saccarosio e per un diverso contenuto proteico. Rispetto al precedente ha una composizione più vicina a quella del latte vaccino, soprattutto per quanto riguarda proteine e lipidi. E’ però più ricco in ferro.
E’ definito Latte di proseguimento (contraddistinto dal numero 2) ed è adatto per lattanti dai 6 ai 12 mesi.
Latti di crescita, vengono somministrati dai 12 mesi in poi. Anche se non si tratta di veri e propri alimenti per lattanti, fanno sempre parte dei prodotti dietetici. Sono infatti costituiti da normale latte vaccino, semplicemente addizionato di vitamine e sali minerali. Dal primo anno di vita in poi, il bambino può infatti consumare il latte di mucca, perché il suo apparato digerente ha raggiunto uno stadio di sviluppo adeguato.
Se per i latti adattati e parzialmente adattati vi sono delle regolamentazioni severe, nonché dei limiti ben definiti di concentrazione per ogni singolo nutriente, per i latti di crescita esiste una maggiore libertà nella formulazione del prodotto.
In commercio sono disponibili latti artificiali liquidi o in polvere; mentre i primi garantiscono una maggiore praticità (anche se vanno consumati rapidamente dopo l'apertura), i secondi occupano uno spazio più contenuto (na necessitano di maggiori tempi di preparazione). Non esistono invece differenze significative sulla composizione qualiquantitativa dei nutrienti, che abbiamo visto essere stabilita da rigide normative internazionali.
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