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Rubriche > LA FRITTATA > Carciofi e Piselli con Patate Saltate
Carciofi e Piselli con Patate Saltate
Articolo di D.N. pubblicato il 2/11/2010 (2381 Letture)
Ingredienti per 6 persone: - 6 carciofi - 500 gr. di pisellini freschi - 1 scalogno - la scorza grattugiata di 1 limone - 2 spicchi di aglio - foglie di salvia fresca - olio extravergine - sale e pepe - 6 grosse patate - 2 cipolle medie - 100 gr. di pancetta tesa - olio extravergine - sale e pepe


Privare i carciofi delle foglie più dure conservandone una ventina di quelle più belle che serviranno per la presentazione finale, tagliarli a spicchi non troppo piccoli. Farli saltare in una padella capiente con olio, aglio e salvia. Lasciarli rosolare, salare, pepare e lasciar stufare per un pò fino a cottura magari aggiungendo acqua o poco brodo vegetale.



Cucinare a parte i piselli in un pentolino con olio, scalogno tritato, sale e poca acqua. Quando entrambe le verdure saranno cotte versare i piselli nella padella dei carciofi, rimestare velocemente unendo la scorza del limone grattugiata saltare ancora per pochi istanti lasciare in caldo.



Sbucciare le patate e tagliarle a fettine un pò spesse, sbollentarle per pochi istanti in acqua salata. Scolarle e passarle in una padella dove si sarà fatta imbiondire la cipolla tagliata a "mezzi cerchi" piuttosto sottili con olio e pancetta a cubetti. Far rosolare le patate.



Assemblaggio del contorno:



Servirsi di un grande piatto da portata. Disporre nel centro il composto di carciofi e pisellini come a voler formare una "cupola", sull'esterno sistemare le patatine saltate e decorare il bordo del piatto con le foglie di carciofo crude lasciate da parte.

Il piatto pronto







 




 


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  • 7/9/2008  Luisa Casalnuovo (NA) - Italia -  Ho letto le vostre rubriche eccezionali e o visto le foto sui tifosi belle
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Un articolo a caso

Nello stesso volume della biblioteca gnostica di Nag Hammâdi che contiene il Vangelo di Tommaso, anzi proprio in continuazione ad esso, si trova il Vangelo di Filippo. Il manoscritto, conosciuto già ai tempi di Epifanio (Eleuteropoli ca.310-403), ma scarsamente menzionato dai Padri della Chiesa, ha una datazione approssimativa che lo colloca intorno all'anno 330 d.C. ma l'originale in lingua greca risale senza dubbio fra la fine del I e gli inizi del II secolo (90 ÷ 120 d.C.). Si può con una certa sicurezza affermare che il manoscritto (i cui legami con la letteratura neotestamentaria canonica sono ancora piú effimeri che nel Vangelo di Tommaso), è da ascrivere ai valentiniani. Molte espressioni del Vangelo di Filippo ricordano i versetti dei sinottici (in particolare Giovanni e Lettere di Paolo ma in un contesto e con accezioni ben diverse) e questo fa, pensare concordemente con i maggiori esperti del settore, ad una fonte comune da cui sia Filippo che gli evangelisti canonici e Paolo hanno ricavato le sentenze, utilizzandole peró ciascuno in modo differente. La scoperta dello straordinario testo ha costituito un avvenimento di colossale importanza e reca un contributo notevolissimo alla conoscenza diretta del pensiero e della letteratura gnostica, di cui fino ai ritrovamenti di Nag Hammâdi, la storia era quasi completamente all'oscuro, anche purtroppo a seguito della capillare e rigida opera di distruzione dei documenti gnostici da parte della Chiesa dopo il Concilio di Nicea. Sebbene in misura assai minore che in Tommaso, anche Filippo ci fornisce un contributo per l'importante problema della ricostruzione, piú remota ed attendibile possibile del kerygma cristiano.

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