L’organo presenta dimensioni variabili con l’età e nei due sessi, essendo di regola più voluminoso nel maschio. La sua capacità media è nell’adulto di 1200 ml, ma può variare con le abitudini alimentari essendo superiore nei vegetariani e nei forti mangiatori. In condizioni di media distensione ha una lunghezza di circa 30 cm e un diametro trasverso di 5-10 cm che decresce dalle porzioni prossimali a quelle distali.
La forma dell’organo si modifica considerevolmente in rapporto con lo stato di tonicità delle sue pareti; nel vivente, pertanto, la conformazione è diversa rispetto al cadavere. Variazioni nella forma e nella direzione dello stomaco si osservano nel vivente anche in rapporto con le diverse condizioni funzionali dell’organo, in dipendenza dei vari atteggiamenti assunti dal corpo e a seconda del tipo costituzionale dell’individuo. Lo stomaco tende ad orientarsi, con il suo asse longitudinale, verticalmente nei longitipi e orizzontalmente nei brachitipi.
Lo stomaco ha forma di sacca allungata con l’estremo prossimale espanso a cupola e posto in alto e a sinistra del piano sagittale mediano, e l’estremo distale, irregolarmente conico, situato in basso e a destra. Il suo asse principale è per gran parte pressoché verticale ma, nella sua porzione inferiore, si inflette verso destra facendosi dapprima orizzontale e quindi obliquamente ascendente in alto e indietro. Pertanto l’organo si presenta complessivamente incurvato con la concavità rivolta a destra, in alto e posteriormente. Lievemente appiattito in senso sagittale, offre a considerare due pareti, anteriore e posteriore, delimitate da due margini, destro (o concavo) detto anche piccola curvatura e sinistro (o convesso) detto anche grande curvatura; inoltre, presenta due orifizi, superiore (o cardias o orifizio esofageo) e inferiore (o piloro o orifizio duodenale).
Le pareti hanno superficie liscia e leggermente convessa; l’anteriore guarda in avanti, leggermente in alto e a destra; la posteriore in dietro, leggermente in basso e verso sinistra.
I margini, curvilinei e di estensione ineguale, segnano il limite tra parete anteriore e parete posteriore.
- La piccola curvatura dello stomaco, lunga in media 15 cm, descrive una curva aperta in alto e a destra. Inizia dal cardias sul proseguimento del margine destro dell’esofago, discende dapprima quasi verticalmente, si inflette quindi in alto e indietro (piega angolare) e infine raggiunge il piloro dove continua con il margine superiore del duodeno.
- La grande curvatura dello stomaco, lunga in media 40 cm, si presenta fortemente convessa. Inizia dal contorno superiore del cardias e si dirige dapprima in alto, formando con il margine sinistro dell’esofago un angolo acuto (incisura cardiale); descrive quindi una curva aperta inferiormente che delimita il fondo dello stomaco; discende poi in basso con direzione quasi verticale per incurvarsi gradualmente in alto a destra fino a raggiungere il piloro, dove continua con il margine inferiore del duodeno.
- Il cardias (o orifizio superiore o orifizio esofageo) è segnato sulla superficie esterna dall’incisura cardiale.
Il piloro (o orifizio superiore o orifizio duodenale) è segnato sulla superficie esterna da un solco anulare, il solco pilorico, cui corrisponde internamente la sporgenza dello sfintere pilorico.
Si distinguono nello stomaco tre parti principali: fondo, corpo e parte pilorica.
Il fondo dello stomaco (o grande tuberosità) è la parte più alta dello stomaco che, a forma di cupola, si adatta alla concavità del diaframma; si considera come limite convenzionale tra fondo e corpo un piano orizzontale passante per il cardias.
Il corpo dello stomaco rappresenta la porzione più estesa dell’organo e fa seguito direttamente al fondo; ha forma cilindro-conica e si dirige in basso quasi verticalmente, restringendosi; il limite convenzionale con la parete pilorica è segnato da una linea obliqua che dalla piega angolare raggiunge la grande curvatura.
La parte pilorica dello stomaco, di aspetto irregolarmente conico, è diretta obliquamente in alto e a destra e forma con il corpo un angolo di circa 90° che determina sulla piccola curvatura un’incisura, la piega angolare. Vi si distinguono, separate talora da un solco incostante, due porzioni: la prima, detta antro pilorico, è lievemente rigonfiata, specialmente in basso dove forma la piccola tuberosità; la seconda, costituita da un canale cilindrico lungo circa 3 cm, prende il nome di canale pilorico. È diretta a destra, in alto e indietro ed è delimitata rispetto al duodeno dal solco pilorico.
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