Come i debiti non durano in eterno, anche le condanne a pagare hanno una data di prescrizione. Non fa eccezione il decreto ingiuntivo a cui il codice civile assegna una ben precisa “scadenza”. Scadenza che è di 10 anni. Dopo i quali – se non arrivano nel frattempo lettere di sollecito (che hanno l’effetto di interrompere la prescrizione) – nulla più è dovuto al creditore. A dirlo è una recente sentenza della Cassazione.
Ma procediamo con ordine e vediamo quando si prescrive un decreto ingiuntivo.
Cos’è il decreto ingiuntivo?
Ricordiamo innanzitutto cos’è un decreto ingiuntivo: si tratta di un ordine, impartito dal giudice a chi deve corrispondere dei soldi o deve restituire dei beni mobili a un’altra persona, di adempiere a tale prestazione entro massimo 40 giorni.
Il creditore riesce a procurarsi il decreto ingiuntivo depositando un ricorso al giudice e dimostrando, con prove scritteil proprio diritto. Se le prove non sono scritte (ad esempio le testimonianze), per recuperare il credito è necessaria la causa ordinaria.
Il decreto ingiuntivo notificato oltre il 60° giorno è nullo
Entro quanto tempo va notificato un decreto ingiuntivo?
Dopo che il giudice ha emesso il decreto ingiuntivo su ricorso del creditore, l’atto giudiziario va notificato al debitore entro massimo 60 giorni. Scaduto tale termine il decreto ingiuntivo diventa inefficace. Questo non toglie che il creditore possa chiederne uno ulteriore al giudice (pagando le relative imposte) e sempre che, nel frattempo, il suo credito non si sia prescritto (leggi Quando decade un debito?).
Una volta notificato, il decreto ingiuntivo resta in uno stato di “quiescenza” per 40 giorni, durante i quali il creditore non può fare altro che aspettare: aspettare che il debitore decida se pagare o fare opposizione. Con l’opposizione si instaura una vera e propria causa per valutare se davvero il credito esiste o meno. Se il debitore non ottempera al pagamento né fa opposizione, il decreto diventa definitivo e si passa alla fase del pignoramento.
Ci si può aspettare un pignoramento fino a massimo 10 anni dal ricevimento di un decreto ingiuntivo
Entro quanto tempo si prescrive il decreto ingiuntivo?
Una volta notificato il decreto ingiuntivo e divenuto definitivo in assenza di opposizione, il pignoramento è l’unica carta per recuperare i soldi. Ma che succede se il creditore tentenna e lascia passare molto tempo, addirittura anni? Anche il decreto ingiuntivo, come tutti i crediti, va in prescrizione. La prescrizione del decreto ingiuntivo – come per tutte le sentenze – è di 10 anni.
La prescrizione può essere interrotta con lettere di diffida e sollecito; dal giorno dopo il ricevimento della lettera, il termine dei 10 anni torna a decorrere da capo. E così anche all’infinito, fino eventualmente agli eredi del debitore.
Da quando decorre la prescrizione del decreto ingiuntivo?
Veniamo alla sentenza in commento che chiarisce un aspetto assai interessante: da quando iniziano a decorrere i 10 anni di prescrizione del decreto ingiuntivo? La Corte ribadisce innanzitutto che il termine di prescrizione previsto dal codice civile non decorre dal giorno in cui sia possibile l’esecuzione della sentenza e neppure dalla sua pubblicazione, ma dal momento del suo passaggio in giudicato, ossia da quando diventa definitiva. Quindi, adattando questi principi al caso del decreto ingiuntivo, i 10 anni di prescrizione non partono dalla data di esecutività del decreto ingiuntivo stesso, ma da quando questo non è più impugnabile. In altri termini da quando scadono i 40 giorni per fare opposizione.
Se il decreto ingiuntivo invece è oggetto di opposizione la prescrizione (in questo caso della sentenza) inizia a decorrere dal momento del passaggio in giudicato della stessa (ossia quando sono stati esperiti tutti i mezzi di impugnazione o quando sono scaduti i termini per proporre impugnazione).
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