Eravamo a cena e non sapevamo se proseguire nel nostro “programma” o restarcene da soli. Nei giorni precedenti il nostro incontro avevo ventilato a Chiara la possibilità di provare ad andare in un privè. Ne avevamo parlato altre volte, ma Chiara non aveva mai manifestato un particolare entusiasmo o desiderio in tal senso. Poi anche a causa di oggettive difficoltà non ci eravamo mai preoccupati di organizzare qualcosa del genere.
Questa volta, anche sapendo che avevamo più tempo a disposizione, ho pensato che si poteva provare questa esperienza. Ho verificato i locali disponibili in zona, mandando anche i relativi link a Chiara. Purtroppo, nella serata in cui eravamo liberi, il mercoledì, i locali più conosciuti e/o frequentati (almeno da quanto avevo potuto leggere su internet in qualche forum) risultavano chiusi. Ne ho trovati solo due aperti e d’accordo con Chiara ho telefonato ad uno di questi. Mi ha risposto gentilmente una ragazza, spiegandomi che i giorni più frequentati sono il giovedì, il venerdì e il sabato e che il mercoledì sera avremmo potuto trovare poco… movimento… ma quando le ho detto che per noi era la prima volta, mi ha risposto che poteva andare bene, che avremmo potuto approfittarne per conoscere il locale, l’ambiente, ecc…
Ne ho parlato con Chiara e ci siamo pertanto lasciati aperta questa possibilità di andare in quel privè. La sera, al ristorante, complice il “rilassamento” dovuto alla cena e al buon vino, avevo quasi accantonato l’idea di andarci ma è stata proprio Chiara a toccare l’argomento, manifestando il desiderio e la curiosità di andarci. A quel punto l’idea intrigava pure me. Ci siamo detti, andiamo lì, diamo una occhiata, se poi non c’è nessuno ce ne andiamo senza problemi…
Premetto che non ho mai frequentato questi privè della mia zona e conosco solo per nome alcuni di questi locali. Avevo letto commenti e giudizi su diversi siti e forum ma, come sempre avviene in questi casi, i giudizi sono diversissimi e spesso in netta contrapposizione tra loro. Tutto dipende, ovviamente, dalle esperienze vissute da ciascuno.
Siamo quindi arrivati al locale. Zona periferica, ma densamente abitata. Ci siamo diretti verso l’ingresso, che consisteva in un lunga scalinata verso un piano interrato, con una sorta di “passerella”. Siamo rimasti fuori un attimo, il tempo di una sigaretta, e di commenti divertiti e sorpresi tra noi stessi. In realtà cercavamo di spingerci l’un l’altro ma, in effetti, a quel punto, la curiosità di entrare era forte.
Siamo scesi e ci siamo trovati una porta di ferro con una specie di spioncino. Hanno aperto la porta e siamo entrati. Alla reception ci hanno spiegato, sinteticamente, le modalità di accesso. L’iscrizione obbligatoria e il pagamento della coppia, che prevede una consumazione. Il giovedì, ci hanno riferito, le coppie entrano gratuitamente. Una cosa ci è stata subito chiara. I singoli pagano e molto di più …
Siamo entrati e la prima sensazione è stata quella di trovarci un una sorta di discoteca di provincia anni ‘70, un locale di periferia. Un ampio locale con pista da ballo nel mezzo, e intorno tanti spazi con divanetti e tavolini. L’angolo bar e un curioso locale, chiuso da pareti di vetro trasparente adibito a stanza fumatori. Non c’era molta gente. Credo 15, 20 persone. Più uomini ma anche diverse donne, di età certamente sopra i 35-40. Ci siamo seduti in un angolo per cercare di capire il contesto. Dimenticavo, Chiara era vestita come nell’incontro di poche ore prima con i nostri due amici…. abito nero in pelle corto e stretto (che in realtà le limitava i movimenti…), stivali neri con tacco alto, e sotto unintimo molto sensuale con reggicalze (un corpetto in raso nero con stecche incorporate..). Ad un certo punto si è avvicinato un ragazzo che evidentemente lavorava in quel locale. Qualche scambio di parole e non appena si è reso conto che era la prima volta per noi in quel locale, ci ha accompagnato per un piccolo “tour” … Così ci ha mostrato gli altri locali, apparentemente non visibili. Un corridoio e siamo arrivati alla “stanza delle coppie”, un locale rettangolare con divanetti sui lati e un letto sul fondo. In quel locale possono entrare solo le coppie e fare ciò che vogliono. I singoli si affacciano sulla porta e possono guardare restando al di là di un cordone. Poi un paio di stanze “miste”, aperte sia a singoli che coppie, e poi la “dark room”, una stanza buia, con una poltrona posta nel mezzo (Chiara non aveva ben intuito all’inizio quale fosse la modalità d’uso di tale stanza…). Poi altre parti del locale risultavano in ristrutturazione.
Siamo ritornati nella parte disco e l'”amico” ci ha invitati a bere, offrendoci la consumazione. Ci ha poi presentato diversi soggetti, un paio di responsabili del locale e un paio di abituali frequentatori. Due drink, e quindi ci siamo infilati nella assurda stanza di vetro per fumare. Ci siamo dedicati ad osservare, tra il serio e il divertito, la fauna presente nel locale. E, devo confessare, ciò ha rappresentato uno dei momenti più divertenti della serata. In pratica, io e Chiara abbiamo dato sfogo alla nostra più fervida fantasia nel cercare di delineare e inquadrare le persone presenti, dando a ciascuno di loro un ruolo e una dimensione. Ovviamente, ciascuno di noi due si faceva “il proprio film”… Ricordo un tipo tristissimo, maturo, accompagnato da una giovane ragazza, vestitissima e triste come lui, un uomo di mezza età in evidente soprappeso (che per mera comodità chiamerò – in modo “politically incorrect” – “il ciccione”) con una giovane brasiliana, altri uomini e donne di diverse età che parlavano tra loro e che evidentemente si conoscevano. Il clima era decisamente tranquillo e ogni nostro timore di dover assistere a chissà quali infernali “imprese” è ben presto svanito.
Ad un certo punto è apparsa una coppia “normale”, insomma apparentemente inadeguata – come noi due – alla tipologia di quel locale. Lei giovane, su 28-29 anni, lui sui 35. Vestiti normalmente, lui sportivo, lei leggermente sexy. Lui molto serio e concentrato, fumava una sigaretta via l’altro, lasciando spesso la sua compagna da sola. Ad un certo punto qualcuno ha osato ballare. Una donna seminuda (definirla una escort sarebbe forse troppo…), la brasiliana e uno dei responsabili del locale. Anche la coppia “giovane” ha accennato a ballare. Io e Chiara commentavamo divertiti la situazione che, francamente, appariva un po’ surreale, con venature grottesche. Ridevamo come pazzi riflettendo sulla generale “tristezza” che pervadeva il locale. Ci sconvolgeva il fatto che quasi nessuno sorridesse, che scherzasse…. Eravamo solo noi due a ridere e scherzare senza sosta.
Ad un certo punto ci siamo resi conto che la disco si stava svuotando. Come per magia gran parte delle persone presenti si erano dirette verso i locali .. ” a tema”. Io e Chiara ci siamo guardati rendendoci conto che eravamo praticamente rimasti soli nel locale discoteca. Abbiamo quindi deciso di andare a dare un’occhiata avventurandoci verso quel corridoio semibuio. In poche parole, la stanza “mista” si era animata e dalle tende abbiamo intravisto quello strano gruppo di persone tutte concentrate in quel locale, mentre nella stanza per coppie si era installata la coppia giovane. Siamo entrati e ci siamo seduti quasi di fronte a loro. La coppia era già intenta a fare sesso, in particolare la ragazza masturbava il suo compagno. Io e Chiara abbiamo cominciato ad accarezzarci mentre li osservavamo (le pareti della stanza sono ricoperte di specchi). In effetti, proprio quando pensavamo che la serata sarebbe terminata senza alcuna emozione… ci siamo dovuti ricredere. La coppia ha cominciato a lasciarsi andare, il ragazzo la leccava dappertutto sollevandole l’abito. Ho potuto, in effetti ammirare un bel corpo e un culetto niente male… la ragazza si guardava compiaciuta agli specchi. Anche Chiara osservava e la cosa la intrigava. C’era solo questo atteggiamento troppo serioso che risultava strano e incomprensibile. Sia il ragazzo che la ragazza non sorridevano. Ad ogni modo il contesto era eccitante. Ad un certo punto è entrata l’altra coppia che all’inizio pensavo fosse una coppia fake, il ciccione e la brasiliana. Pensavo che lei fosse una escort e lui un semplice cliente. Invece così non era, almeno alla luce di quanto successo in seguito. La coppia è entrata e si è messa subito sul letto. Hanno iniziato a fare sesso senza alcun problema. La brasiliana ha spogliato l’uomo e ha cominciato a masturbarlo e poi a succhiarlo. Li vedevamo benissimo e Chiara era tutta presa a guardare. Nel frattempo anche noi avevamo cominciato a toccarci e ad accarezzarci. Mi sono slacciato i pantaloni e Chiara ha iniziato a masturbarmi, mentre io rovistavo tra le sue gambe. Osservavamo le due coppie, i due giovani si alternavano a succhiarsi, prima lei il cazzo a lui e poi al contrario. L’altro uomo era sdraiato sul letto e la brasiliana era salita sopra di lui infilandosi il suo cazzo dentro. Hanno iniziato a scopare e, finalmente, in quel silenzio assurdo, i gemiti e le parole della brasiliana hanno scaldato un po’ l’ambiente.
A volte alcuni singoli si affacciavano alla porta restando ad osservarci. Anche Chiara si è inginocchiata tra le mie gambe e ha cominciato a succhiarmi. Devo però confessare che i due gin tonic (molto carichi) oltre il vino bevuto a cena hanno provocato un effetto … indesiderato… E la mia erezione non era del tutto soddisfacente. Poi forse il contesto e l’ambiente, l’osservare e l’essere osservati … insomma tutto era così strano… certo intrigante ed eccitante, ma anche, in un certo senso, mi sentivo “distratto” dalla situazione. Non so quanto tempo abbiamo trascorso nella stanza. Di certo abbiamo assistito all’orgasmo della seconda coppia. Il “ciccione” è venuto dentro la brasiliana mentre lei gemeva e lo incitava a godere …. E lui è venuto dentro di lei … senza alcuna protezione…. (quando siamo ritornati in auto io e Chiara impazzivamo dai ridere a ricordare le frasi ripetute dalla brasiliana mentre il suo uomo stava per godere…. E lei lo incitava dicendogli…”dammi il tuo latte…dai… dai…”…). Di fatto, nelle nostre riflessioni e ipotesi di “lavoro”, io e Chiara abbiamo concluso che dovesse essere una coppia regolare, del genere .. italiano che si sposa una brasiliana o sudamericana giovane e carina… una coppia che però si diverte a trasgredire così.
Abbiamo continuato ad osservare la coppia giovane fare sesso in un gioco reciproco di sguardi, mentre io toccavo Chiara che, nel frattempo si era messa sopra di me, dopo essersi sollevata la terribile “armatura” in pelle del suo sensualissimo abituccio… Comunque era evidente ad entrambi che non saremmo riusciti a fare del sesso completo tra noi.
Dopo poco, la coppia giovane si è ricomposta, mentre la seconda coppia era intenta a … risistemarsi… Anche noi siamo usciti e, percorrendo il corridoio, abbiamo dato un veloce sguardo alla stanza “mista”. Era ormai un groviglio di corpi nudi, con donne e uomini intenti a succhiare e toccare organi e membri vari. Pure i due tristissimi singoli partecipavano attivamente a quella imprevedibile orgia…
Ci siamo avviati all’uscita e ce ne siamo andati. Avrò modo di esprimere qualche riflessione più compiuta su questa breve esperienza. E anche Chiara lo farà. Posso solo dire che questa esperienza, pur con tutti i suoi evidenti limiti, è stata positiva, nel senso che entrambi siamo usciti con la voglia e il desiderio di riprovarci. Resta una riflessione di fondo. Ci sono certamente privè e privè, nel senso che esistono locali eleganti, trendy, modaioli e comunque curati nell’arredamento e nel design rispetto a locali (come quello da noi visitato) un po’ vintage e anche “sfigati”, ecc… ma non è questo il punto. La differenza sta tutta nell’atteggiamento con il quale si decide di entrare in un posto del genere. Ogni locale privè è e diventa irrimediabilmente squallido e triste (e ciò vale anche per il più bello, moderno, hi-tech, ecc…) se ci si reca con un atteggiamento da assatanato del sesso… alla ricerca di chissà quale emozione, prendendosi troppo sul serio.
Se, diversamente, si affronta un locale del genere con lo spirito con cui io e Chiara lo abbiamo sperimentato, e quindi con ingenua curiosità, con una grande dose di autoironia, con desiderio di volersi divertire anche per i più futili motivi, e con una disponibilità al gioco, alla dimensione ludica della “trasgressione”, allora tutto cambia e l’esperienza può diventare piacevolmente intrigante ed eccitante.
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