«Sexy prof» condannata a 2 anni e 10 mesi
Articolo di Adriana Abussi pubblicato il 27/7/2014 (4961 Letture)
Aveva sostenuto di essere stata «costretta a fare certe cose», di essere lei la vittima più che la corruttrice. Difesa inutile, quella di G.D.E., la «prof a luci rosse» sorpresa un anno fa in atteggiamenti intimi con cinque alunni tra i 12 e i 14 anni all'interno di un'aula delle medie Segantini di Nova Milanese.
il tribunale di Monza l?ha condannata, con rito abbreviato, a due anni e dieci mesi di reclusione. La sentenza è stata pronunciata ieri pomeriggio dopo un?udienza fiume, al termine della quale il giudice ha sancito l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per la supplente di matematica, e ha respinto le richieste di risarcimento avanzate dagli avvocati dei cinque ragazzi, che si sono costituiti parte civile contro la donna, e hanno chiesto cinquantamila euro di provvisionale ciascuno.
Spetterà al tribunale civile quantificare i danni patiti dai ragazzi; escluso, per la scelta del rito abbreviato, il ministero della Pubblica Istruzione in qualità di responsabile civile, come era stato chiesto dalle parti civili. Violenza sessuale e calunnia le accuse contestate dal pm Emma Gambardella, che aveva chiesto per la «prof a luci rosse», originaria del Molise, due anni e due mesi, considerando la lieve entità della violenza sessuale: una pena anche più bassa rispetto a quella pronunciata al termine del processo dal giudice. Il difensore della donna, l'avvocato Giuseppina Cennamo, ha promesso di ricorrere in Appello. Per il legale, «non ci sono prove che dimostrano alcun reato». L'avvocato ha provato a «demolire» in aula la versione depositata dai cinque studenti. A scoprire la prof intenta a molestare sessualmente gli alunni era stata però una collega di educazione fisica nello stesso istituto.
Quando l?insegnante entrò nell?aula restò impietrita: l?imputata, originaria di Pietracatella in provincia di Campobasso, al suo primo incarico, era in «atteggiamenti inequivocabili» con cinque ragazzi, tre più attivi, mentre i due più piccoli facevano da spettatori. Dopo la denuncia dei genitori dei ragazzi ai carabinieri di Desio, scoppiò lo scandalo con l?apertura dell'inchiesta da parte della Procura brianzola. Interrogata, la supplente aveva sostenuto di essere lei la vittima degli abusi, ma gli investigatori non le hanno creduto accusandola anche di calunnia. «Questa è un?accusa che ci ha dato particolarmente fastidio - ha detto uno dei difensori di parte civile, l'avvocato Maurizio Bono ? ancora più grave se pensiamo che è un'insegnante a gettare discredito sui suoi alunni, alcuni poco più che bambini, attribuendogli un reato così grave; siamo contenti che la verità sia emersa, e ci auguriamo che la vicenda sia chiusa una volta per tutte».
il tribunale di Monza l?ha condannata, con rito abbreviato, a due anni e dieci mesi di reclusione. La sentenza è stata pronunciata ieri pomeriggio dopo un?udienza fiume, al termine della quale il giudice ha sancito l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per la supplente di matematica, e ha respinto le richieste di risarcimento avanzate dagli avvocati dei cinque ragazzi, che si sono costituiti parte civile contro la donna, e hanno chiesto cinquantamila euro di provvisionale ciascuno.
Spetterà al tribunale civile quantificare i danni patiti dai ragazzi; escluso, per la scelta del rito abbreviato, il ministero della Pubblica Istruzione in qualità di responsabile civile, come era stato chiesto dalle parti civili. Violenza sessuale e calunnia le accuse contestate dal pm Emma Gambardella, che aveva chiesto per la «prof a luci rosse», originaria del Molise, due anni e due mesi, considerando la lieve entità della violenza sessuale: una pena anche più bassa rispetto a quella pronunciata al termine del processo dal giudice. Il difensore della donna, l'avvocato Giuseppina Cennamo, ha promesso di ricorrere in Appello. Per il legale, «non ci sono prove che dimostrano alcun reato». L'avvocato ha provato a «demolire» in aula la versione depositata dai cinque studenti. A scoprire la prof intenta a molestare sessualmente gli alunni era stata però una collega di educazione fisica nello stesso istituto.
Quando l?insegnante entrò nell?aula restò impietrita: l?imputata, originaria di Pietracatella in provincia di Campobasso, al suo primo incarico, era in «atteggiamenti inequivocabili» con cinque ragazzi, tre più attivi, mentre i due più piccoli facevano da spettatori. Dopo la denuncia dei genitori dei ragazzi ai carabinieri di Desio, scoppiò lo scandalo con l?apertura dell'inchiesta da parte della Procura brianzola. Interrogata, la supplente aveva sostenuto di essere lei la vittima degli abusi, ma gli investigatori non le hanno creduto accusandola anche di calunnia. «Questa è un?accusa che ci ha dato particolarmente fastidio - ha detto uno dei difensori di parte civile, l'avvocato Maurizio Bono ? ancora più grave se pensiamo che è un'insegnante a gettare discredito sui suoi alunni, alcuni poco più che bambini, attribuendogli un reato così grave; siamo contenti che la verità sia emersa, e ci auguriamo che la vicenda sia chiusa una volta per tutte».
Naviga negli articoli | |
Spia la vicina con una telecamera nascosta in bagno | La storia del «lato B» in mostra a Madrid |
|