Nel giornalismo Italiano questo concetto non è contemplato, tranne in qualche raro caso, dove pochissimi hanno fatto delle scelte coerenti che ne evidenziano la grande professionalità. Calza a pennello ciò che pronunciò nel discorso di congedo dai colleghi alla vigilia del suo collocamento a riposo, John Swinton, redattore-capo del “New York Times”,: “Che follia fare un brindisi alla stampa indipendente! Ciascuno, qui presente questa sera, sa che la stampa indipendente non esiste. Lo sapete voi e lo so io: non c’è nessuno fra voi che oserebbe pubblicare le sue vere opinioni, e, se lo facesse, lo sapete in anticipo che non verrebbero mai stampate. La funzione di un giornalista è di distruggere la Verità, di mentire radicalmente, di pervertire, di avvilire, di strisciare ai piedi di Mammona e di vendersi egli stesso, di vendere il suo paese e la sua gente per il suo stipendio.
Voi questo lo sapete e io pure: che follia allora fare un brindisi alla stampa indipendente!
Noi siamo gli utensili e i vassalli di uomini ricchi che comandano dietro le quinte. Noi siamo i loro burattini; essi tirano i loro fili e noi balliamo.
Il nostro tempo, i nostri talenti, le nostre possibilità e le nostre vite sono di proprietà di questi uomini.
Noi siamo delle prostitute intellettuali”
Anche questo succede in Italia, con una sola differenza, che costoro non sono giornalisti, ma giornalai... o no?
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