Sposati da alcuni anni, senza figli, lei molto più giovane di me, ed io avevo provato a farle capire che tutto sommato, un uomo vuol vedere la sua donna felice, sia che questo significhi un vestito nuovo, sia che questo voglia dire un successo nel lavoro, ma anche la soddisfazione sessuale, a prescindere se siamo noi o qualcun altro a procurarglielo.
Insomma, senza scomodare nessuno, una visione un po’ più libertina di quella siculo/sudista, anche, se volete, un tantino svedese.
Naturalmente queste mie fantasie stentavo a condividerle con lei, ma glie le accennavo ogni tanto con esempi, visioni di spezzoni di filmati, frasi prese a prestito, ecc.
“Tu sei matto” – era la risposta di lei, “ma come ti vengono certe idee?”. Ovviamente io ci ricamavo su e ci trovavo un grandissimo godimento, un essere appagato solo all’idea.
Ricordo volte nelle quali raggiungevo l’orgasmo senza penetrarla, ma soltanto immaginando la scena, oppure raccontando un mio “sogno” che sogno non era.
Avevo cominciato tempo prima a “mostrala” in spiaggia, facendo in modo che lei potesse mettere a nudo il suo seno (le dicevo che le donne devono essere libere e non represse) e lei spesso toglieva il pezzo di sopra del costume mostrando, a dei perfetti estranei, i suoi meravigliosi seni.
Il primo gradino
Un giorno, lei indossava uno di quei due pezzi a maglina con i laccetti sui fianchi ed anche dietro al reggiseno. Un tipo di costume che mi fa impazzire, una goduria.
Era sdraiata al sole, a pancia sotto, ed in una località non troppo affollata. Avevamo portato un ombrellone perché il posto non aveva cabine, insomma una cosiddetta spiaggia libera. Inoltre i pochi bagnanti erano quasi tutte coppie e senza bambini.
Le dissi che poteva, a quel punto sciogliere il nodo del reggiseno e toglierlo, perché non c’era quasi nessuno e quindi poteva benissimo approfittarne per non lasciare che il costume le lasciasse il segno.
Naturalmente, e siccome era proprio come dicevo io, lei non si fece pregare due volte e sganciò il suo reggiseno, mostrando quel seno ancora da ragazzina, sodo, piccolo, ma ben proporzionato.
Cominciai, dopo poco, a spalmarle la schiena con la sua crema per evitare che la prolungata esposizione al sole le procurasse arrossamenti, ed ovviamente oltre che spalmare l’accarezzavo.
Non ero ossessivo e quindi non davo nell’occhio, ma ogni tanto mi guardavo intorno per vedere se qualcuno stesse fissando mia moglie (mezza nuda).
Mi pervadeva una sorta di frenesia, avrei voluta vederla completamente nuda ed avrei anche sperato che qualcuno l’avesse notata e ne traesse goduria. Intanto cominciai a giocherellare con i laccetti sui fianchi, quelli che reggono il pezzo di sotto, e lei mi lasciava fare.
Ad un certo punto, con le due mani ho sciolto i due nodi, ma ho lasciato il costume al suo posto, come se nulla fosse. Provavo una grande emozione e tremavo, ma nello stesso tempo godevo.
Lei, naturalmente aveva capito dove volessi arrivare, ma mi lasciava fare, perché in effetti aveva comunque addosso ancora il suo pezzetto di stoffa a difesa dell’ultimo baluardo.
Mi feci audace e, sempre asserendo che il sole avrebbe “guastato” la sua bella abbronzatura, cominciai ad accorciare lateralmente il costume fino a farlo diventare una strisciolina esattamente in corrispondenza dell’unione dei suoi bellissimi glutei.
Non mi sembrava vero, non mi diceva nulla, forse le piaceva! Con una mossa repentina le sfilai completamente il costume e questa volta effettivamente l’avevo lasciata nuda.
Mi sembrava impossibile, mi giravo intorno per accertarmi che qualcuno ci vedesse (la vedesse), ma gli altri erano distanti e/o distratti. Avrei voluto bloccare quel momento e farlo durare per tutta la vita, avevo il cuore a mille.
Fu allora che capii che, come sempre, sono le femmine che menano la danza. Lei si alzò, tutta nuda, incurante degli sguardi degli altri e si avviò verso al riva per poi tuffarsi.
Mi aveva fregato, avevo un rivolo di saliva all’angolo della bocca, ero frastornato, in un sol colpo avevo raggiunto il mio primo gradino !
E’ trascorso tempo da allora e la smania mi rimase, ma nel frattempo avevo fatto dei passi avanti. Ad esempio l’ho convinta a passare una giornata in una spiaggia di nudisti, anche se noi non lo siamo.
In effetti ho capito che, almeno qui da noi, molti sono esibizionisti, piuttosto che naturisti. Si frequentano queste spiagge non perché si è convinti che il corpo nudo non è espressione solo sessuale, ma solo per farsi vedere dagli altri, o come accadde a me per il solo godimento di mostrare lei completamente nuda a tutti (secondo gradino).
Poi venne il gradino più alto del podio, quando andammo in uno di questi villaggi tipo Valtur, con dei Bungalow quasi in riva al mare. Il villaggio non era adatto ai bambini e quindi si vedevano solo giovani.
Lei aveva adocchiato un bellissimo ragazzo alto e bruno che aveva il suo Bungalow vicino al nostro ed anche lui la guardava con aria interessata.
Un giorno lei, apertamente mi disse – “se mi riesce, me lo scopo” – “sempre che tu sia rimasto di quella idea”. Ero al settimo cielo, non credevo alle mie orecchie, ed avevo capito che l’aria, la vacanza, le quasi nudità di tutti, ed anche il ragazzo non male, le avevano fatto venire quella voglia.
Naturalmente avrei preferito che lei avesse detto che in un certo qual modo poteva anche “sacrificarsi” per me, ma andava bene comunque. Con un filo di voce dissi di si ed aggiunsi: “a patto che poi mi racconti tutto e con tutti i particolari”.
L’occasione capitò una mattina che organizzarono una caccia al tesoro. Da ora in poi il racconto mio è in effetti successivo ed è solo quello che lei mi ha riportato di tutta la bellissima vicenda.
Il suo racconto con i particolari
“Appena hanno finito la lettura del regolamento del gioco (una caccia al tesoro), che voleva che si formassero delle coppie, distribuirono un foglietto con le cose da cercare e portare alla giuria, e diedero il via”.
“Fu così che mi sentii prendere per mano da LUI che mi gridò”:
“vieni che io, nel mio Bungalow, ho quasi tutto quello che serve”. “Cominciammo a correre, io avanti e LUI dietro e quando fummo nei pressi del suo Bungalow lui allungò la mano per fermarmi ed inavvertitamente tirò il laccetto che manteneva il mio reggiseno, quello che ti piace, con anche i laccetti sui fianchi”.
“Ovviamente rimasi a seno nudo, ma non mi fermai, avevamo l’imperativo di fare in fretta. Portai le mani al seno e continuai la corsa fino all’uscio del suo Bungalow, dove arrivai per prima e rimasi con il volto verso la porta aspettando che LUI aprisse”.
“LUI si avvicinò e siappoggiòa me da dietro (ed io lo sentii) e mentre apriva la porta mi sganciava i due laccetti sui fianchi”.
“Ero completamente nuda in presenza di uno sconosciuto, del quale non sapevo neanche il nome e dopo pochi istanti con una spintarella mi ritrovai (sempre nuda) dentro il suo Bungalow”.
“Poco arredato, ovviamente, troneggiava al centro della sala il suo letto matrimoniale, sul quale con molta dolcezza mi lasciai cadere”. Pochi secondi e anche LUI si tolse il suo costume ed in pochi istanti mi ritrovai le sue labbra incollate alle mie”.
“La prima considerazione che devo fare, che ti piaccia o no, è che come voi uomini guardate se abbiamo una taglia abbondante di seno, o anche un gran bel culo, altrettanto ho fatto io ed ho subito notato che il suo era proprio un signor pisello !!!”.
“Già eretto, svettava con una potenza che era premessa di sensazioni mirabolanti, sensazioni che dopo poco hanno cominciato a pervadermi, come la sua lingua”.
“Molto bravo nei preliminari, mi ha portato velocemente a cuocere al punto giusto ed io con un perentorio “prendimi” l’ho invitato a nozze.
“Il suo pene si è fatto strada molto facilmente dentro di me sia per gli umori della sua saliva, ma anche per la mia voglia pazza di essere penetrata”.
“Pochi istanti ed ero piena di LUI, incredibile, non sapevo neanche il suo nome !!!”.
Un dolce su e giù, un incalzante manovra del suo arnese che mi ha portato al settimo cielo abbastanza velocemente, e quando ho sentito che i suoi colpi si facevano più ritmati ho capito come andava a finire, ma non fatto in tempo a dirgli di tirarsi via e mentre io raggiungevo un orgasmo che non dimenticherò mai lui mi inondava con il suo seme”!.
“Mi è rimasto nelle orecchie il mio strillare per l’orgasmo, cosa che con te non ho mai fatto, però riavutami sono corsa subito in bagno per lavarmi. Seduta sul bidè, vedevo il suo seme scendere dalla mia fichetta e pensavo a quando ti avrei raccontato il tutto”.
“Sono rimasta li, seduta perché scendesse via il più possibile sperando di evitare una gravidanza”.
“Poi, ritornata da LUI, abbiamo iniziato a parlare ed ho scoperto che si chiama Paolo, di Milano, 27 anni contro i miei 36!”.
“Mi ha detto che voleva fare una doccia e che avrebbe impiegato un bel po’, perché a LUI piace, dopo aver fatto l’amore, restare anche un’ora sotto lo scroscio dell’acqua”.
“Io invece sono sprofondata sul letto, nuda ed a pancia sotto e dopo pochissimo, appena LUI ha aperto l’acqua, mi sono addormentata, sfinita dalle emozioni”.
Secondo round
“Il mio riposo, non ricordo dopo quanto tempo, è stato interrotto dalla sua mano che, mi ha preso sotto la pancia e mi ha alzato appena un po’, quel tanto da consentirgli di infilare di nuovo la mia fichetta, ma questa volta prendendomi da dietro”,
“Tu sai che questa è la mia posizione preferita, ed io non credevo che così velocemente avesse ripreso le forze, perché, incredibilmente aveva un arnese che sembrava il manico di una pala, per la sua forza, durezza e grandezza”
“Anzi a dirla tutta, mi sembrava diverso, più grande e quindi ho cominciato a muovermi verso di lui per meglio assaporarlo”. Ero ovviamente ben disposta per via del primo passaggio, abbastanza lubrificata e desiderosa di rifare la stessa galoppata di prima”.
“LUI incessante, imperioso, stantuffante, io prona sul cuscino, con il viso infossato dentro, col mio culetto in aria, con la sua mano che mi reggeva sotto la pancia, era una posizione da sogno”.
“Non so dire quanto sia durato, ma so di certo che in quegli istanti ho provato un piacere senza fine, fino a che, come sempre, l’incalzare dei suoi colpi mi ha disposta ad un altro orgasmo cosmico”.
“Ascolta bene cosa è successo, in effetti sono successe tre cose esattamente all’unisono: LUI che mi veniva dentro, io che gridavo per l’orgasmo e la porta del bagno che si apriva e mi lasciva vedere Paolo che usciva dalla doccia”.
“Cosa era successo ?, semplice, avevo fatto l’amore con un amico di Paolo appena arrivato che aveva gradito la tavola imbandita ed, avendo fame, si era saziato a dovere!”.
“Davvero incredibile, ma questa volta mi ero superata, non solo non sapevo neanche il nome del mio nuovo stantuffatore, ma lo avevo visto in faccia solo dopo che mi aveva scopato!”.
“Paolo, da una parte contento di aver offerto ospitalità all’amico, dall’altra sorpreso dalla facilità con la quale io avevo accettato di farmi possedere da un estraneo”. “Naturalmente Paolo, essendo sotto la doccia non aveva consapevolezza dell’accaduto e quindi mi giudicava più puttana di quanto in effetti fossi”.
“In effetti io credevo solo di farmi una semplice scopata con un giovane carino, che mi fissava da lontano lasciandomi capire le sue intenzioni e poi credevo di “sacrificarmi” per te, per farti godere nel racconto di una scopata”.
“Adesso, invece, mi trovavo con due uomini arrapati anche dall’idea che io fossi quasi una ninfomane, e quindi ho dovuto ancora subire i loro assalti”.
“Infatti la visione di me che scopavo con Antonio, l’amico di Paolo, aveva riacceso il fuoco al mio primo assalitore che avanzando nella stanza aveva un imperioso uccello che la diceva tutta in termini di voglie”.
“Avevo fatto la figura di una grandissima zoccola, agli occhi di Paolo, ma anche Antonio doveva aver immaginato all’incirca la stessa cosa”. Adesso però si rischiava il doppio gioco, ed infatti, si stesero tutti e due al mio fianco ed iniziarono a giocare con entrambi i miei buchini, finchè si accordarono per prendermi contemporaneamente”. “Sai bene che non sono mai stata felice di prenderlo nel culo, ma credimi ero arrivata al punto di non ritorno ed ho subito quasi in trance l’assalto”.
“Pur se lubrificata, anche se le loro lingue avevano fatto grandi manovre, è pur vero che due grandi cazzi insieme, uno nella fica e l’altro nel culo e che ti stantuffano contemporaneamente, non solo proprio semplici da subire”.
“Ovviamente, in parte pensavo allo straordinario godimento tuo nel conoscere tutto questo che ti sto raccontando, e che ancora non è finito”.
“Avrò avuto dieci orgasmi fino a quel momento, e mi sembrava impossibile che quella storia cominciata per gioco stava consentendo a me di avere infinite emozioni”.
“Alla fine cademmo in una sorta di sonno/veglia dalla quale ci riavemmo che era sera. Io in parte preoccupata che tu eri da solo, loro due felici di avere uno spasso insperato”.
“Faceva un gran caldo, avevamo voglia di fare il bagno, e decidemmo di uscire tutti e tre nudi per andare a tuffarci nel vicinissimo specchio di mare, caldo in una serata da incorniciare”.
“Ridevamo, nudi, incuranti del fatto che qualcuno potesse notarci, ed io uscii portandoli per mano ma non le loro mani, ma io camminavo trascinando Paolo ed Antonio con i loro piselloni”.
“Facemmo il bagno in un mare da sogno e dopo, loro decisero di fare un gioco. Mi bendarono, mi poggiarono su di un tavolo ed a turno, uno dopo l’altro mi infilavano i loro arnesi ed io dovevo dire di chi era”.
“Ad un certo punto dissi – Antonio, no mi risposero - ovviamente allora dissi – Paolo, no risposero, fu allora che scostando la benda vidi che in effetti avevano ragione! ero impalata dal giovane negro che era di guardia alle barche del villaggio”. “Una sorta di stallone negro che non credeva ai suoi occhi e che era già da un po’ dentro di me che si dimenava con un uccello che svettava splendidamente e che mi stava dando un altro di quegli orgasmi che ogni donna vorrebbe avere”.
“Ecco credo che a questo punto avevo raggiunto il massimo, scopare contemporaneamente con tre uomini dei quali uno negro”. “Tutti ben dotati, ad un certo punto erano tutti e tre dentro di me, uno nella fica, uno in culo, il terzo in bocca”.
Altro gradino
L’appetito vien mangiando e quindi dopo aver ascoltato il racconto della mia donna addirittura penetrata contemporaneamente da tre uomini, sconosciuti, cos’altro potevo desiderare ?
Ovviamente ad un certo punto, pur di desiderare di più dovevo necessariamente inventarmi qualcosa e farlo nella mia mente e volerla fortemente. Ho pensato (oppure ho voluto pensare) che tutto quello che Lei mi aveva raccontato poteva essere frutto di fantasia e che per avere prova tangibile di quanto fosse zoccola, avrei dovuto vedere con i miei occhi. Si! Era questa la nuova frontiera, convincerla a farsi vedere mentre era alle prese con qualcuno. Grandissima l’eccitazione che montava al sol pensiero, e quindi dovevo procedere verso questa nuova meta, ma farlo con cautela, senza esagerare. Dovevo far nascere l’occasione, spingerla a farlo senza che si potesse tirare indietro. Avevo mille pensieri, uno di quei club dove si può portare la propria donna ed “offrirla” agli altri, ma questo lo avevo solo letto o sentito e non sapevo neanche dove e come fare. Dovevo anche fare i conti con il fatto che lei sicuramente non avrebbe accettato una simile cosa e quindi cercai su Internet, per vedere se altri avevano in qualche modo risolto il mio stesso “problema”.
Si c’erano annunci di ogni tipo e grado, ma troppo lontani dalla mia realtà, non avrei mai potuto chiederle di fare una sola di quelle cose che leggevo, non avrebbe mai accettato. Insomma già procurarsi uno da scoparsi è complicato, doveva sicuramente piacerle ed inoltre doveva anche riuscire a fare in modo che io potessi partecipare anche soltanto guardandola mentre lei scopava. Dovevo avere pazienza ed aspettare il momento propizio, anche se scoppiavo dalla voglia ed anche perché, in cuor mio avevo comunque creduto a tutta la storia con i tre della vacanza. Un giorno mi raccontò di un fornitore della azienda, un imprenditore a capo di una fabbrica di stampi, che lei aveva ricevuto per lavoro nel suo ufficio e che sembrava rapito dalla sua professionalità. Lui le aveva mandato un SMS inequivocabile, ringraziandola per il lavoro svolto ed auspicando una cena “de visu”. Mi ha fatto leggere il messaggio e mi ha detto “io ti dico tutto” e ti dico che appena possibile andremo insieme a cena a Ravello. Questa località non è vicina e difficilmente ti consemte dopo cena di far rientro a casa, quindi lei mi stava dicendo “preparati”. Infatti ad un certo punto fù più esplicita e mi disse: “quando ti telefonerò e ti dirò che vado a Ravello, tu capirai”.
Continua...
N.B. La posta della rubrica " Confessioni " viene pubblicata integralmente, senza correzioni ne tagli, cestinando solo le storie ritenute troppo forti o di contenuto volgare.
Naviga negli articoli | |
Io, Chiara di notte... | Strane idee per avventure triple |
|