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Rubriche > MISTERI NASCOSTI > Papa: Sommo pontefice della Chiesa cattolica e sovrano dello Stato della Città del Vaticano
Papa: Sommo pontefice della Chiesa cattolica e sovrano dello Stato della Città del Vaticano
Articolo di Giuseppe Ricci pubblicato il 10/8/2012 (1747 Letture)
Papa (dal greco πάπας, pápas e dal latino papa, in entrambi i casi con il significato di padre) è il titolo proprio del vescovo di Roma, patriarca della Chiesa latina, sommo pontefice della Chiesa cattolica e sovrano dello Stato della Città del Vaticano.


Ad assumere il titolo di papa fu Siricio nel 384, mentre il suo predecessore, Damaso, fu verosimilmente il primo vescovo di Roma ad essere acclamato pontefice, dopo la rinuncia dell'imperatore Graziano a tale carica. 


Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, è il papa attualmente in carica


Tuttavia la prima attestazione epigrafica di questo termine risale ai primi decenni del IV secolo e consiste in una transenna marmorea proveniente dal cimitero di Callisto sulla via Appia, in cui si attesta che il diacono Severo dovette chiedere l'autorizzazione a Papa Marcellino per poter realizzare un cubicolo familiare sui Marcellini.



A partire dal 13 marzo 2013 il soglio pontificio è occupato da Jorge Mario Bergoglio con il nome da lui scelto, Francesco.
Il titolo è usato anche dai patriarchi ortodossi di Alessandria d'Egitto e dai papi copti.
I Papi hanno sempre mantenuto tale denominazione ma si deve parlare di "vescovo di Roma", in virtù del primato territoriale della città. Il titolo di "Patriarca di Roma", non è stato mai usato, anche se la chiesa romana è stata fondata dagli Apostoli Pietro e Paolo, in forza delle sua primazialità su tutta la Chiesa Cattolica (Primato Petrino). Benedetto XVI ha abolito, tra i vari titoli che gli competono, quello di patriarca. Per cui anche le Basiliche maggiori, sono dette Papali e non Patriarcali. Nei documenti più solenni il papa si firma semplicemente Catholicae ecclesiae episcopus (Vescovo della Chiesa Cattolica) in forza della primazialità su tutte le altre chiese in quanto vescovo di Roma, successore di Pietro e Paolo.
Nei Vangeli la figura di Pietro appare di primo piano tra i dodici apostoli.
Nella Chiesa antica
Vi sono diverse ipotesi sull'esistenza di una forma di primato papale nella Chiesa post-apostolica. In particolare la Prima lettera di Clemente, datata attorno al 96, testimonia l'intervento del vescovo di Roma (Clemente) nella vita ecclesiale nella comunità di Corinto.
Nel Primo concilio di Nicea (19 giugno 325) venne riconosciuta la preminenza di alcune sedi patriarcali rispetto ad altre: «In Egitto, nella Libia e nella Pentapoli siano mantenute le antiche consuetudini per cui il vescovo di Alessandria abbia autorità su tutte queste province; anche al vescovo di Roma infatti è riconosciuta una simile autorità. Ugualmente ad Antiochia e nelle altre province siano conservati alle chiese gli antichi privilegi.» Mentre la sede di Roma si ritiene collegata all'apostolo Pietro, quella di Alessandria sarebbe stata fondata dall'evangelista Marco.



Il ruolo del Papa nella Chiesa cattolica
Nella Chiesa cattolica il papa ha compiti a diversi livelli, locale e universale, che vengono descritti nel seguito.
Alla base il papa è il vescovo della diocesi di Roma. Questo ufficio determina tutti gli altri, cioè il papa è tale in quanto vescovo di Roma e non viceversa.
Il papa è, inoltre, arcivescovo metropolita della provincia ecclesiastica romana, una delle antiche sedi apostoliche.
Il papa è anche il primate della Chiesa cattolica italiana.
Nella tradizione, è anche il patriarca della Chiesa latina, la più estesa fra le chiese cattoliche particolari. Questo ruolo viene riconosciuto anche dalle Chiese ortodosse separate da Roma, ma che hanno mantenuto la disciplina canonica della Chiesa antica. Da questo ruolo patriarcale derivano i titoli condivisi con altri patriarchi di «sua santità» o «santo padre».



Nella Chiesa cattolica, al papa viene assegnato un ruolo universale, non accettato dalle altre Chiese. Poiché san Pietro fu a capo della Chiesa di Roma, dove fu martirizzato, il papa viene anche detto successore di Pietro, il principe degli apostoli. I cattolici ritengono che il primato che san Pietro avrebbe esercitato sugli apostoli si sia trasmesso anche ai suoi successori. Egli è pertanto il capo del collegio episcopale ed è una fonte del magistero ecclesiastico che può esercitare da solo o con i vescovi nel Concilio ecumenico; in particolare, egli è infallibile quando definisce ex cathedra verità essenziali circa la fede e la morale. Nell'esercizio del suo potere il papa è coadiuvato dal collegio dei cardinali e dalla Curia romana.
Fra gli altri titoli usati dal papa, che in realtà non sono specifici del papato ma comuni a tutti i vescovi, vi è quello di "pontefice" (termine derivato dal latino che indica il ruolo di sacerdote) e "vicario di Cristo", che indica il compito di governo della Chiesa proprio di ogni vescovo.
Il Codice di diritto canonico definisce il papa «Organo supremo della potestà di giurisdizione» e in lui si assommano i poteri legislativo, esecutivo e amministrativo; oggetto della sua giurisdizione sono: la fede, i costumi e la disciplina ecclesiastica; la sua giurisdizione si estende a tutte le singole chiese, a tutta la gerarchia ecclesiastica e a tutti i fedeli. In questa veste viene anche chiamato "Sommo Pontefice della Chiesa Universale" e "Servo dei servi di Dio".
Il papa riveste anche un ruolo "secolare" in quanto sovrano dello Stato della Città del Vaticano e della Santa Sede; quest'ultima è un soggetto della diplomazia e del diritto internazionale.
Caratteristiche del papato.  



Il primato papale è l'autorità apostolica del vescovo della diocesi di Roma su tutte le chiese particolari della Chiesa cattolica, sia di rito latino che di riti orientali.
La Chiesa ortodossa riconosce un primato di onore al vescovo di Roma ma ritiene che non sia valido finché continua la suddivisione tra chiesa orientale ed occidentale successiva allo scisma d'Oriente-Occidente.



Le confessioni protestanti non riconoscono alcuna autorità superiore al vescovo di Roma poiché la ritengono non conforme alle Sacre Scritture. Al tempo della Riforma la sua autorità era generalmente considerata un'usurpazione e una tirannia. Al giorno d'oggi molte Chiese mantengono questa opinione, mentre altre non escludono una forma di ministero papale, in prospettiva ecumenica, sostanzialmente diversa dal primato papale attuale. La chiesa anglicana ritiene che "Entro il suo più ampio ministero, il vescovo di Roma offre un ministero specifico riguardante il discernimento della verità, come un'espressione del primato universale". Tuttavia "Questo servizio particolare è stato fonte di difficoltà e di fraintendimenti tra le chiese".




Il dogma dell'infallibilità papale, contenuto nella costituzione dogmatica della Chiesa Pastor Aeternus approvato dal Concilio Vaticano Primo il 18 luglio 1870, nell'imminenza della fine del potere temporale, afferma che il magistero del papa deve essere considerato infallibile quando viene espresso ex cathedra, cioè quando il papa esercita il «suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani» [...] e «definisce una dottrina circa la fede e i costumi». Pertanto, quanto da lui stabilito «vincola tutta la Chiesa». Tale prerogativa è considerata inaccettabile da tutte le altre confessioni cristiane soprattutto per quanto riguarda la potestà giurisdizionale, mentre altre Chiese sono più possibiliste in relazione ad un ministero di Pietro con il consenso della Chiesa universale.



Le modalità di elezione del papa hanno subito numerose trasformazioni nel corso dei secoli. Inizialmente veniva eletto dal popolo e dal clero romano. Alcuni vennero nominati dall'imperatore del Sacro Romano Impero.



Attualmente l'elezione del Papa viene decisa dai cardinali riuniti in conclave (diritto risalente al 1059) tramite votazione segreta che richiede la maggioranza dei due terzi. Il conclave si riunisce non prima di quindici giorni e non oltre i ventidue dalla morte del precedente Pontefice.



I cardinali durante tutta la durata del conclave non possono avere alcun contatto con l'esterno. Per gli scrutini si tengono quattro votazioni al giorno e il loro esito è segnalato ai fedeli all'esterno con una fumata, nera se negativo, bianca se positivo.



Qualsiasi maschio battezzato può essere eletto papa (sebbene l'elezione di un non vescovo sia avvenuta raramente) e se non ha ancora ricevuto gli ordini sacri gli vengono subito conferiti e viene consacrato vescovo. Le norme in vigore per la sede vacante, per lo svolgimento del conclave e per l'elezione del nuovo papa sono state promulgate nella costituzione apostolica Universi Dominici Gregis da papa Giovanni Paolo II nel 1996.



È tradizione che il nuovo papa scelga per sé un nuovo nome. Il primo a cambiare il suo nome di battesimo fu, nel 533, Giovanni II che in realtà si chiamava Mercurio e ritenne perciò inappropriato che il vescovo di Roma avesse il nome di una divinità pagana. Dopo di lui anche altri Papi scelsero un nuovo nome, o perché avevano nomi sgradevoli o perché non italiani.



Nessuno di nome Pietro volle poi chiamarsi Pietro II come forma di rispetto per san Pietro. Alla fine cambiare il nome divenne una regola che ebbe tuttavia qualche eccezione.



Ad esempio Adriaan Florenszoon Boeyens fu Adriano VI, Marcello Cervini fu Marcello II.
Durata dei pontificati
I pontificati più lunghi
I pontificati più lunghi sono stati:
San Pietro (dal 30 al 64/67): 34 o 37 anni
Papa Pio IX (dal 1846 al 1878): 31 anni, 7 mesi e 23 giorni (11.560 giorni)
Papa Giovanni Paolo II (dal 1978 al 2005): 26 anni, 5 mesi e 17 giorni (9.665 giorni)
Papa Leone XIII (dal 1878 al 1903): 25 anni, 4 mesi e 29 giorni (9.280 giorni)
Papa Pio VI (dal 1775 al 1799): 24 anni, 6 mesi e 14 giorni (8.962 giorni)
Papa Adriano I (dal 772 al 795): 23 anni, 10 mesi e 25 giorni (8.738 giorni)
Papa Pio VII (dal 1800 al 1823): 23 anni, 5 mesi e 6 giorni (8.559)
Papa Alessandro III (dal 1159 al 1181): 21 anni, 11 mesi, e 2 giorni (8.001 giorni)
Papa Silvestro I (dal 314 al 335): 21 anni e 11 mesi
Papa Leone I (dal 440 al 461): 21 anni e 1 mese
La Chiesa cattolica considera san Pietro il primo papa, nel senso che il carisma di Pietro e il suo primato è stato trasmesso ai vescovi di Roma attraverso la successione apostolica della sede romana.



La forma in cui viene esercitato questo ministero e gli approfondimenti teologici sulla sua natura hanno subito modifiche e sviluppi fino ai giorni nostri.
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Se si esclude san Pietro dalla lista, il decimo pontificato più lungo è quello di:
Papa Urbano VIII (dal 1623 al 1644): 20 anni, 11 mesi e 23 giorni (7.663 giorni)
I pontificati più brevi
I papi il cui ministero è durato meno sono i seguenti
Papa Urbano VII (15 settembre - 27 settembre 1590): 13 giorni
Papa Bonifacio VI (aprile 896): 16 giorni
Papa Celestino IV (25 ottobre - 10 novembre 1241): 17 giorni
Papa Sisinnio (15 gennaio - 4 febbraio 708): 21 giorni
Papa Teodoro II (dicembre 897): 21 giorni
Papa Marcello II (10 aprile - 1 maggio 1555): 22 giorni
Papa Damaso II (17 luglio - 9 agosto 1048): 24 giorni
Papa Pio III (22 settembre - 18 ottobre 1503): 27 giorni
Papa Leone XI (1 aprile - 27 aprile 1605): 27 giorni
Papa Benedetto V (22 maggio - 23 giugno 964): 33 giorni
Nell'11ª posizione troviamo Giovanni Paolo I, papa dal 26 agosto al 28 settembre 1978: morì il 33º giorno dopo la sua elezione, avendo occupato il soglio di San Pietro per 34 giorni.



Nella prima posizione alcuni pongono Stefano II (23 marzo-26 marzo 752), che morì di apoplessia tre giorni dopo la sua elezione, e prima dell'inizio solenne del suo pontificato. Venne escluso dalla lista dei papi per secoli, ma ora è stato reinserito, provocando un'incongruenza nella numerazione dei papi di nome Stefano che lo hanno seguito.



Tra i pontificati più brevi è da ricordare anche quello di Celestino V, l'unico papa a rinunciare al proprio incarico (dopo appena 100 giorni), imprigionato dal successore Bonifacio VIII, e probabilmente da lui messo a morte. Si tratta dello stesso Bonifacio cui è predetta la pena eterna da Dante nella Commedia, per la sua sete di dominio e la sua corruzione, e contro cui si scagliarono le invettive di gran parte degli intellettuali e spirituali del tempo.



La credenza popolare indica in Celestino V il personaggio del gran rifiuto, identificazione rifiutata dalla maggioranza dei critici danteschi.




 




 


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