Basse dosi di aspirina possono diventare uno scudo capace di ridurre del 20% le morti per molte forme comuni di tumore. Lo studio pubblicato su The Lancet e' comunque un punto di partenza importante per orientare nuove ricerche: ''per esempio, si potrebbero individuare i pazienti che possono avere un beneficio effettivo dall'uso di piccole dosi di aspirina''.
Basse dosi di aspirina possono diventare uno scudo capace di ridurre del 20% le morti per molte forme comuni di tumore, ma gli esperti accolgono la notizia con prudenza.
I nuovi dati, pubblicati online su The Lancet, sono importanti, ma non spiegano perche' l'aspirina sia uno scudo anticancro. Inoltre perche' sia efficace il farmaco va preso quotidianamente per anni (5,10 perfino 15), con costi in termini di controindicazioni che non possono essere ignorati.
Il risultato era nell'aria da tempo, considerando che gia' nell'ottobre scorso uno studio aveva dimostrato che basse dosi di aspirina (75 milligrammi al giorno) riducono di oltre un terzo le morti per tumore del colon retto. Ora il gruppo di Peter Rothwell, dell'universita' britannica di Oxford, ha preso in considerazione otto studi, per un totale si 25.570 pazienti che prendevano quotidianamente basse dosi di aspirina come prevenzione cardiovascolare.
E' emerso che l'aspirina riduce le morti per tumore in generale del 21% (del 35% quelle per i tumori gastrointestinali) con benefici apparenti per 5 anni, dopo i quali le morti per tutte le forme di tumore salgono al 34% e quelle per i tumori gastrointestinali al 54%. Gli effetti sono inoltre piu' evidenti nelle persone di oltre 65 anni. L'effetto protettivo dell'aspirina e' di 5 anni per i tumori di esofago, pancreas, cervello e polmoni; di 10 anni per stomaco e colon retto; di 15 per il tumore della prostata. Di conseguenza l'aspirina sembrerebbe essere un candidato alla chemioprofilassi, come il tamoxifene per tumore del seno e le vitamine A ed E per il tumore del polmone.
''Il ruolo protettivo dell'aspirina contro i tumori e' un tema ancora dibattuto'', osserva l'oncologo Marco Venturini, presidente eletto dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). ''Non si sa perche' l'aspirina dovrebbe ridurre le morti per tumore.
L'unica ipotesi e' che questo possa accadere per l'azione che il farmaco esercita sui meccanismi infiammatori legati ai tumori''. Quello che e' certo, aggiunge, ''e' che non ci sono ancora elementi sufficienti per raccomandare l'aspirina a tutti. Chi gia' deve prenderla ha l'assicurazione che possa avere un'azione contro i tumori, ma nel caso della popolazione generale - rileva Venturini - bisogna considerare che il farmaco ha dei costi in termini di tossicita', legati per esempio al rischio di sanguinamento''.
Lo studio pubblicato su The Lancet e' comunque un punto di partenza importante per orientare nuove ricerche: ''per esempio, si potrebbero individuare i pazienti che possono avere un beneficio effettivo dall'uso di piccole dosi di aspirina''.
E' sulla stessa linea il cardiologo Aldo Maggioni, direttore del Centro studi dell'Associazione Nazionale Medici Cardiologi ospedalieri (Anmco): ''dallo studio britannico e' evidente che esiste un'associazione tra uso dell'aspirina e riduzione delle morti per tumore'', ma ''la ricerca non spiega il meccanismo per cui questo accade'' e ''quando si considerano le cause si entra nel mondo delle ipotesi''. Certamente, osserva, c'e' la possibilita' eventuale azione anti-infammatoria, ma anche quella a favore del ''suicidio'' cellulare (apoptosi): ''una brutta notizia per il cuore, ma molto bella per combattere i tumori''.
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