In alcune etnie umane e' ancora presente parte del patrimonio genetico dei nostri progenitori. Quel vecchio 'scimmione' del nostro parente più prossimo, l'uomo di Neandertal, vive ancora dentro di noi perché ci ha lasciato una 'manciata' dei suoi geni. E' quanto emerso dalla ricostruzione del 60% del suo genoma, poi confrontato col genoma di 5 persone (un cinese, un francese, un abitante della Papua Nuova Guinea, uno dell'Africa del Sud e uno dell'Africa Occidentale).
Secondo l'annuncio sulla rivista Science, nei tre individui non africani sono stati rinvenuti geni di Neandertal, di cui invece non c'é traccia alcuna, sorprendentemente, nel genoma dei due africani.
Gli esperti hanno anche isolato dal Dna delle 5 persone numerosi geni che rendono noi esseri umani unici e che forse hanno determinato il successo della nostra specie facendoci sopravvivere a Neandertal. Il traguardo senza precedenti è stato raggiunto nell'ambito del Progetto Genoma Neandertal partito nel 2006 e coordinato da Svante Paabo del tedesco Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Leipzig. Il Dna di Neandertal è stato raccolto da ossa di esemplari rinvenuti in Croazia, Spagna e nel Caucaso. Neandertal ha coabitato con i primi rappresentanti della nostra specie, Homo Sapiens, in Europa ed Asia occidentale fino a circa 30.000 anni fa, fino a estinguersi.
Per anni gli scienziati si sono chiesti se questa coabitazione fosse stata da 'vicini discreti' o se invece le due specie avessero intessuto 'rapporti piu' intimì. A dare la risposta definitiva sono i risultati di questo vasto studio. L'impresa è stata dura: non è uno scherzo, infatti, sequenziare Dna di resti di ossa, deteriorati e vecchi, nonché 'ripulirlo' dal Dna dei microbi che hanno banchettato sulle ossa e da tracce di Dna degli esecutori degli scavi.
Ma anche grazie a tecniche di sequenziamento avanzatissime, l'equipe di Paabo ce l'ha fatta, ottenendo la mappa, per ora parziale, del genoma di Neandertal. In tutto è stato sequenziato oltre un miliardo di paia di basi e poi il genoma è stato confrontato con quello di 5 persone. E' emerso, spiega Paabo in una videointervista, che i tre non africani hanno una piccola percentuale del genoma (intorno al 2%) ereditata da Neandertal.
Gli esperti ipotizzano che Neandertal e Homo sapiens, partiti separatamente dall'Africa, si siano incontrati, e qui incrociati, in Europa e Asia Occidentale: ciò spiega perché vi sono tracce di Neandertal solo nel Dna di europei e asiatici di oggi ma non nel Dna di Africani. Gli esperti hanno anche isolato dal Dna umano pezzi di Dna unici del nostro corredo genetico (assenti in Neandertal), che rendono la nostra specie unica e 'superiore': si tratta soprattutto di geni che regolano sviluppo del cervello, struttura della scatola cranica, metabolismo, e morfologia della pelle.
Ma il lavoro non finisce qui: "decifreremo anche le parti rimanenti del genoma di Neandertal - conclude Paabo - e scopriremo altri segreti sulla nostra specie e su quella del nostro parente più prossimo". Secondo Olga Rickards, esperta di Dna antico dell'università Tor Vergata di Roma "la ricerca che ha confrontato il Dna dell'uomo di Neandertal con quello di cinque persone dei nostri giorni potrebbe mettere in dubbio le teorie sull'evoluzione dell'Homo Sapiens".
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