Leggere ad alta voce a bimbi da 6 mesi - Previene difficolta' apprendimento e favorisce sviluppo mente. Forte stress, cervello va in 'standby'. Cambiamenti neurochimici facilitano ripresa rapida. Anziani: 67% a pronto soccorso per farmaci. A causa di reazioni allergiche o dosaggi errati.
Leggere ad alta voce ai bambini, anche per pochi minuti al giorno, fa bene, contribuisce al loro sviluppo mentale e previene difficolta' di apprendimento, soprattutto in coloro che vivono in ambienti svantaggiati. Per questo bisognerebbe iniziare gia' quando hanno sei mesi di vita.
L'invito arriva dai pediatri, in occasione della presentazione dei risultati del progetto ''Leggere per crescere'' a Verona. La lettura ad alta voce, secondo i pediatri, deve iniziare gia' a 6 mesi.
Il trapianto di cellule embrionali progenitrici dei neuroni permette di riparare un particolare circuito del cervello che regola il metabolismo in risposta all' ormone anti-fame chiamato leptina. Sperimentato sui topi, il trapianto ha permesso di ripristinare la comunicazione fra le cellule nervose correggendo l'obesita' provocata da un particolare difetto genetico. Lo studio, che rappresenta un'importante prova di principio per la medicina rigenerativa, e' pubblicato su Science.
Quando ci troviamo ad affrontare uno stress particolarmente forte, come quello provocato dalla visione di un film molto violento, il nostro cervello entra in 'standby' per aumentare la nostra reattivita' e facilitare cosi' una rapida difesa. I cambiamenti neurochimici che avvengono in queste situazioni sono stati 'fotografati' per la prima volta nell'uomo da uno studio coordinato dall'universita' olandese di Nimega e pubblicato su Science. Arruolati nello studio 80 volontari.
Anziani: 67% a pronto soccorso per farmaci. La maggior parte delle corse al Pronto Soccorso da parte degli anziani e' dovuta a quattro farmaci molto comuni (anticoagulanti, insulina, pillole per glicemia e oppioidi). Lo afferma uno studio statunitense pubblicato dal New England Journal of Medicine, secondo cui nel 67% dei casi la colpa e' di reazioni allergiche o assunzione di dosi errate.
L'analisi e' stata fatta dal Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta in base a dati su ospedalizzazioni degli over65.
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