Nel giro di pochi decenni la resistenza ai farmaci dei superbatteri diventerà una vera e propria emergenza sanitaria mondiale. Si stima che nel 2050 perderanno la vita 10 milioni di persone ogni anno per le infezioni, che uccideranno più del cancro. In Italia si registra la presenza di ceppi pericolosi e resistenti. Entro il 2050, i superbatteri resistenti ai farmaci potrebbero fare un morto ogni 3 secondi. Ecco cosa dovremmo fare per evitare questo pericolo per la nostra salute.
Nel 2050 i superbatteri uccideranno dieci milioni di persone ogni anno, una ogni tre secondi, ovvero più del cancro. Sono le stime drammatiche divulgate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e rilanciate in occasione dell'European antibiotic awareness day, la Giornata europea per la consapevolezza sugli antibiotici, che ogni anno si celebra il 18 novembre. Giunto al decimo anniversario, l'evento di sensibilizzazione sul tema dell'antibiotico resistenza nel 2017 ha particolare valore per l'Italia, uno degli Stati dell'Unione Europea con i dati peggiori sull'abuso di questi farmaci, alla base del “rinforzo” sistematico dei batteri. Non solo siamo ai primissimi posti per il consumo di antibiotici, sia per l'essere umano che per gli animali d'allevamento e domestici, ma anche per la presenza di ceppi resistenti sul territorio nazionale.
Non è un caso che ogni anno in Italia poco meno di 300mila persone contraggano infezioni in ospedale, quasi un paziente ogni 10, con conseguenze fatali per 4.500/7.000 di esse. In base ai dati diffusi dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC) è emerso che i tassi di infezione da super-batteri sono particolarmente elevati in Europa Meridionale, con l'Italia tra le fila delle cosiddette maglie nere.
A preoccupare gli esperti vi sono ad esempio le infezioni da Escherichia coli, che sta mostrando resistenza a farmaci di ultima generazione come cefalosporine e fluorochinoloni. Anche l'Acinetobacter, uno dei batteri più diffusi nei nosocomi, sta manifestando resistenza a farmaci multipli. Senza contare che in altri Paesi UE alcuni tassi di infezione si stanno stabilizzando, come quello dello stafilococco aureo trattato con la meticillina, mentre in Italia continuano a peggiore.
È una situazione inaccettabile che ha spinto il GISA (Gruppo italiano per la stewardship antimicrobica) a divulgare un decalogo per sensibilizzare medici, infermieri, dirigenti sanitari e semplici cittadini al corretto impiego degli antibiotici, con lo scopo di ridurre il numero delle prescrizioni e della durata dei cicli terapeutici.
Sebbene la situazione nel Bel paese sia particolarmente seria, la resistenza agli antibiotici è un "problema globale", come ha sottolineato il commissario UE per la Salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis.
Soltanto in Europa perdono la vita 25mila persone ogni anno a causa delle infezioni batteriche, ben 700mila nel mondo. Se non si agisce subito per arginare questa minaccia con regole ferree sull'utilizzo degli antibiotici, in un prossimo futuro si potrà morire per infezioni che oggi sono considerate banali. La UE sta investendo centinaia di milioni di Euro ogni anno in seno al programma Horizon 2020 per contrastare l'avanzata dei superbatteri.
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