Per questo motivo, chi soffrisse di diabete dovrebbe prestare una elevatissima attenzione rispetto alle linee guida nutrizionali che il medico gli avrà prescritto. D’altronde, bisogna ricordare che i consigli che vengono di solito dati, in materia di alimentazione, a chi soffra di diabete, sono i medesimi, o comunque molto somiglianti, a quelli che vengono dati alla popolazione sana per ridurre i rischi di incorrere in tale patologia.
In fondo, è pure necessario prestare attenzione al fatto che la alimentazione ideale per un paziente che soffra di diabete non è così restrittiva quanto crede l’opinione comune, e neppure complessa, una volta che si sono appresi i meccanismi sui quali tale alimentazione si innesta. Il più delle volte, infatti, è sufficiente adeguare la propria dieta per diabetici, senza bisogno di stravolgerla.
Una premessa: cosa è il diabete
Dato che lo scopo di questo portale è quello di affrontare le questioni che circondano la dieta per diabetici, sarà necessario, per prima cosa e in via preliminare, definire i limiti e i termini della patologia del diabete. Esso altro non è se non una alterazione del metabolismo, che consegue in via diretta da un calo di attività della insulina.
In specie, è possibile che il diabete consegua a una ridotta disponibilità, all’interno del proprio organismo, dell’ormone della insulina, oppure a una sua azione impedita; o, ancora, a una combinazione di queste due situazioni. Il diabete presenta poi sempre anche la iperglicemia, dalla quale conseguono poi altre situazioni negative che colpiscono i vasi sanguigni che percorrono il corpo.
In fondo, il diabete è una malattia molto comune. Sembra infatti che circa il 5% della popolazione mondiale sia affetta da diabete, e che le donne si caratterizzino per una maggiore propensione a cadere in tale patologia: le donne affette da tale patologie, infatti, sono circa il 25% in più rispetto agli uomini. Circa il 90% dei malati sono affetti da diabete di tipo 2, mentre solo una minoranza di questi sono affetti da diabete di tipo 1.
Cosa cambia tra diabete di tipo 1 e di tipo 2?
Pare opportuno, a fini di completezza di informazione, specificare quelle che sono le differenze che intercorrono tra tali due tipi di diabete attraverso la definizione di ciascuno. Il diabete di tipo 1 è quello che caratterizza pazienti con una totale deficienza di insulina e cellule β degenerate, determinate eventualmente da risposte autoimmuni assolutamente errate, mentre più spesso è la conseguenza di obesità o fattori ereditari.
La tipologia di diabete di tipo 1 insorge molto presto, spesso già fin dalla infanzia, e richiede poi comunque e sempre la terapia a base di insulina. Diversa ipotesi è dunque quella, invece, deldiabete di tipo 2, nel quale le cellule di tipo β mantengono una propria funzionalità, ma hanno scarsa sensibilità alla insulina di tessuti periferici.
Questo tipo 2 di diabete è spesso multifattoriale, e derivano da elementi di tipo ereditari, o ambientali, o ancora comportamentali. Questa seconda tipologia di diabete insorge però di solito in età avanzata, e dunque, a differenza del tipo analizzato in precedenza, manca di manifestarsi durante l’infanzia. È questa di cerco, insieme alla funzionalità delle cellule di tipo β, una delle differenze principali.
Sintomi del diabete: aprire alla dieta per diabetici
È possibile riconoscere e catalogare alcuni sintomi del diabete, in modo da poter comprendere o perlomeno intuire quando diviene necessario presentarsi dal proprio medico per avere una diagnosi professionale. Fin dai primi momenti in cui si riconosce, infatti, la insorgenza del diabete, diviene necessario muoversi con la dovuta cautela verso la adozione di una adeguatadieta diabetici, e dunque di una alimentazione corretta.
Per quanto riguarda il diabete di tipo 1, i sintomi cominciano a manifestarsi presto, quasi nel 50% dei casi prima del compimento dei 20 anni e, per la maggior parte, durante la pubertà. Non dimenticate però che non è raro riscontrarlo già durante la infanzia. I suoi sintomi possono sintetizzarsi nell’elenco che vi presentiamo qui di seguito:
- Poliuria, ossia l’aumento della quantità di urina espulsa durante il giorno
- Aumento della sete
- Incremento dell’appetito e del cibo ingerito, ma senza aumento di peso; spesso, al contrario, si manifesta un dimagrimento
- A volte si accompagna la chetoacidosi, ossia l’incremento della presenza di corpi chetonici nelle urine e nel sangue
Per quanto riguarda invece il diabete di tipo 2, esso viene a essere riscontrato per la maggior parte durante esami medici promossi per altri motivi e per altri sintomi. Questa circostanza dipende dal fatto che la malattia si instaura in maniera molto lenta, tale da necessitare di diverso tempo prima di manifestarsi nei suoi sintomi più comuni.
Quanto è diffuso il diabete in Italia?
Il diabete è una delle malattie più diffuse nel mondo, e dunque in Italia si dimostra un valido riflesso di tale situazione generale. Nel 2011 (dati Istat), infatti, si sono registrate in Italia ben 3 milioni di persone affette da tale patologia, ossia circa il 4,9% della popolazione italiana (in media con il resto del mondo).
In particolare, tale situazione colpisce i soggetti appartenenti alle classi più svantaggiate, là insomma dove i fattori di rischio sono presenti con maggiore diffusione. Elementi quali la obesità, o ancora la inattività fisica, sono infatti uno dei motivi primi di successivo sviluppo.
Nella tabella che segue, intendiamo presentare una stratificazione, geograficamente separata e valutata, della diffusione del diabete nel nostro Paese:
Su quali basi nasce una dieta per diabetici?
Come già abbiamo avuto modo di specificare in apertura di articolo, fin da subito e nei primi paragrafi, la dieta diabetici non è una semplice variazione della alimentazione, bensì una vera e propria terapia. Ciò rende dunque ancor più evidente come sia necessario prestare estrema attenzione nella sua costruzione, avendo ben riguardo agli scopi che si perseguono e alle linee guida che non possono essere tradite.
In specie, una dieta per diabetici richiede il tentativo, forte e sempre presente, di perseguire alcuni ben specifici obiettivi, che possiamo cercare di sintetizzare nell’elenco che segue e nei termini utilizzati:
- Per prima cosa, il controllo della glicemia
- Il controllo costante del peso del corpo
- La prevenzione e insieme, se necessario, il trattamento dei fattori di rischio riscontrati
- Il controllo della lipidemia
I principi da seguire per la dieta per diabetici
Qui le cose cominciano a complicarsi, e diviene evidente, a maggior ragione, come il consulto con unmedico, un dietologo o un nutrizionista espertidivenga quanto mai fondamentale per poter affrontare con la dovuta cura e la dovuta attenzione tale patologia, senza arrecare alcun rischio alla propria salute e alla propria integrità.
In specie, si vengono qui a differenziare le tipologie di trattamento specifico della questione sulla base del fatto che si faccia riferimento al diabete di tipo 1 o invece al diabete di tipo 2. Per quanto riguarda infatti il diabete di tipo 1, la maggior parte della attenzione dovrà essere riposta su quello che è l’apporto di alimenti e, in modo pur più speciale, sui livelli di apporto dei carboidrati.
La dieta per diabetici di tipo 1 dovrebbe infatti concentrarsi al massimo livello sui carboidrati semplici, e poi fornire con attenzione e adeguatezza anche carboidrati complessi. Si deve insomma cercare, in primis, di ridurre le quantità di farmaco assunte, e normalizzare così il quadro glicemico.
Invece la dieta per diabetici di tipo 2 andrà valutata ai fini della riduzione del peso, dato che tali soggetti si presentano spesso in sovrappeso. Bisognerà comunque cercare di favorire la riduzione della glicemia e della pressione arteriosa, e insieme migliorare il quadro lipidico.
Una necessaria premessa generale
Per questioni delicate come quelle che riguardano patologie come il diabete, non certo da sottovalutare, ci pare quanto mai opportuno ribadire una importantissima premessa di carattere generale. Le informazioni presentate su questo portale hanno mero fine informativo, nel senso che non vogliono fare altro se non informare in senso generico, e soddisfare la curiosità generica degli interessati.
Di contrario, invece, informazioni specifiche relative a trattamenti medici per la persona, o a cure, o a specifici consigli di carattere alimentare, dovranno di sicuro essere richieste a unmedico o a un nutrizionista esperto, ossia a un soggetto laureato e in possesso delle dovute e necessarie competenze in materia. Senza queste, infatti, i rischi che si possono correre sono eccessivi: non bisogna mai scherzare con la propria salute.