Secondo uno studio americano, gli infanti e i feti sarebbero maggiormente vulnerabili alle radiazioni dei router wireless a causa delle dimensioni del cranio e del tessuto cerebrale, maggiormente assorbente rispetto a quello di un adulto. Per questo si spiegherebbe l'aumento dei disturbi neurologici degli ultimi 10 anni.
Quando internet ha cominciato ad invadere le nostre case per cominciare quella rivoluzione che ci ha portato, oggigiorno, ad essere perennemente connessi al mondo virtuale, si trattava di una pallida imitazione del meccanismo iper-veloce e tecnologico che possediamo ora. La linea che ci permetteva di navigare cadeva regolarmente, lasciandoci sbraitanti e delusi di fronte ad una schermata di mancato caricamento; alzare la cornetta del telefono era pratica sufficiente ad interrompere la connessione; e, sebbene all'epoca questa specie di miracolo risultasse sufficientemente sorprendente per indurci a soprassedere sui tempi di apertura di una pagina web, essi risultavano biblici se confrontati a quelli odierni.
Il merito è da attribuire alla rete senza fili, la cosiddetta connessione wifi, che ha emancipato il computer dalla rete di fili telefonici a cui risultava ancorato nelle sue prime versioni. Una comodità non di poco conto, che ci porta ad ignorare i dubbi riguardo la sua effettiva sicurezza. Sì, perché se da una parte i presunti rischi connessi ad una eccessiva esposizione alle radiazioni dei nostri telefoni cellulari sono oramai rinomati, i pericoli dei rooter wireless che irradiano le nostre dimore per fornirci una linea internet funzionante su di ogni metro quadrato ci risultano meno palesi.
Uno studio della Univesità della California, in collaborazione con l'Environmental Health Trust e pubblicato recentemente sulla rivista specializzata Journal of Microscopy and Ultrastrucure, ha lanciato proprio l'allarme riguardo ai possibili rischi da esposizione alle radiazioni dei nostri dispositivi internet, soprattutto per quel che concerne la salute dei più piccoli. I bambini, infatti, assorbono un maggior numero di radiazioni a causa della composizione dei loro tessuti cerebrali e dello spessore del cranio più sottile e minuta rispetto a quello di un adulto. Dunque, l'allarme non si estende semplicemente agli infanti, ma anche alle donne incinta, poiché sfortunatamente il feto finisce con l'assorbire le radiazioni di router wifi e cellulari tanto quanto un bambino.
Per questo si spiega, secondo i ricercatori americani, l'allarmante aumento di disturbi neurologici verificatisi negli ultimi dieci anni, tanto che alcuni paesi quali Belgio, Francia, India e altre nazioni tecnologicamente avanzate starebbero valutando di proporre leggi volte proprio a limitare l'esposizione alle radiazioni dei dispositivi elettronici. Inoltre, gli stessi studiosi hanno raccomandato che le aziende produttrici di questi strumenti specifichino la distanza minima a cui sarebbe meglio conservare tali aggeggi: per esempio, sarebbe d'uopo mantenere i propri computer e tablet ad un minimo di 20 centimetri; le donne incinta e i bambini dovrebbero astenersi da dispositivi wireless; le adolescenti dovrebbero evitare di tenere il proprio cellulare all'interno del reggiseno; e anche la pratica di inserire il telefonino in tasca andrebbe evitata per quel che concerne i ragazzi. Essere informati è il modo migliore per evitare che le comodità della vita moderna non ci si ritorcano contro.
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