Irlanda, Spagna e Finlandia ritirano il medicinale dal commercio. Negli Usa l’anti-infiammatorio non è mai stato approvato. C’è chi lo usa per un banale mal di testa, chi per alleviare spasmi o infiammazioni. Ancora in pochi sanno che l’analgesico più conosciuto, l’Aulin, è tossico. A dare l’allarme, anni addietro, sono stati 16 Paesi europei tra cui Spagna, Finlandia ed Irlanda che lo hanno addirittura ritirato dal commercio. Non sembra, invece, che l’Italia abbia recepito la pericolosità del farmaco che continua a popolare gli scaffali delle nostre farmacie.
Il Nimesulide non è commercializzato neppure in: Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna, Canada, Germania.
Il principio attivo Nimesulide, alla base di numerosi medicinali in commercio, comporterebbe effetti devastanti per il fegato, talvolta anche letali. Il Nimesulid è commercializzato in vari Paesi ed in Italia ed è la molecola alla base di diversi farmaci: Algimesil, Antalgo, Areuma, Dimesul, Domes, Efridol, Eudolene, Fansulide, Flolid, Isodol, Ledolid, Ledoren, Nerelid, Nide, Nimenol, Nims, Noxalide, Resulin, Solving, Sulidamor, Fansidol, Sulide, Idealid, Delfos, Domes, Noalgos, Algolider, Aulin, Fansidol, Mesulid, Nimesil, Remov, Migraless, Edemax, Mesulid Fast, Nimedex.
I primi a ritirare dal commercio farmaci contenenti il nimesulide sono stati Spagna, Finlandia ed Irlanda allertati dalla sua tossicità epatica, nel 2002. Cinque anni più tardi, il 15 maggio 2007, l’Irlanda si accoda, dopo che sei pazienti in cura con l’Aulin sono stati costretti al trapianto di fegato per grave insufficienza epatica. E’ proprio il documento ufficiale del della Irish Medical Board (il massimo organo di Salute) a fugare ogni dubbio.
“Il danno epatico“, ha dichiarato l’Irish Medical Board, “è un raro ma grave effetto collaterale del nimesulide. Tuttavia abbiamo ricevuto dati provenienti dall’Unità Nazionale di trapianto di fegato del St Vincent University Hospital, i quali parlano di sei pazienti che hanno richiesto trapianto di fegato dopo il trattamento con il nimesulide. Da quando il prodotto ha fatto ingresso in Irlanda nel 1995, si sono registrati un totale di 53 segnalazioni. Tra queste nove casi di insufficienza epatica, sei dei quali provenivano da l’Unità Nazionale trapianto di fegato e tre casi mortali di insufficienza epatica.“
Non sembra però che l’allarme abbia in qualche modo preoccupato l’Italia. Il nostro Paese consuma il 60% della produzione mondiale di nimesulide. Sembra che nel maggio 2008 un’inchiesta guidata dal magistrato torinese Raffaele Guariniello abbia portato allo scoperto un sistema illecito che potrebbe avere arrecato danni alla salute dei cittadini. Un alto funzionario dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) avrebbe intascato mazzette per evitare i controlli sul farmaco.
In manette sarebbero finiti 2 funzionari dell’Aifa, Pasqualino Rossi ed Emanuela Bove. Nel maggio 2008 la SIF (Società Italiana di Farmacologia) avrebbe riportato che i benefici sono superiori ai rischi legati al principio attivo. “Se essa (nimesulide) resta in commercio oltre che in Italia in ben altri 16 Paesi europei“, ha dichiarato, “fra cui Francia, Portogallo, Svizzera, Ungheria, è perché l’Agenzia regolatoria europea ha ritenuto che, nonostante quanto autonomamente stabilito da alcuni Paesi, il suo profilo di beneficio/rischio rimanga ancora favorevole“.
Di seguito, riportiamo anche quanto si legge sul sito del nostro Ministero:
E’ un antidolorifico per i dolori di lieve entità, si basa sul principio attivo che risponde al nome di Nimesulide ed è contenuto in un farmaco venduto anche in Italia. La novità è però che in Finlandia, è stato sospeso dal commercio per una sospetta morte per insufficienza epatica.
La notizia è stata diramata dall’Organismo finlandese che si occupa di vigilanza sui farmaci, l’ equivalente della italiana Commissione Unica del Farmaco, che ha avvisato la Farmacovigilanza Europea.
Immediata la reazione del Ministero della Salute italiano. “Stiamo valutando – ha dichiarato il Ministro della Salute Sirchia -; anche se non abbiamo alcuna evidenza in questo senso, si procederà esaminando le schede delle valutazioni per verificare se in Italia sono stati rilevati casi analoghi, ma a noi, fino ad oggi, non sono arrivate segnalazioni di effetti collaterali gravi. Occorre poi che i nostri dati vengano confrontati con quelli degli altri paesi europei prima di prendere decisioni”.
In Italia la Nimesulide è commercializzata dal 1985 e viene comunemente prescritta per brevi periodi, a differenza di quanto succede in Finlandia dove si arriva a terapie di 50 giorni.
TRA GLI INDAGATI ANCHE IL SINDACO-RICERCATORE DI IVREA
«Mazzette per evitare i controlli sull’Aulin»
Farmaci e tangenti, filmata la consegna di soldi al vice capo dell’AifaTORINO, TRA GLI INDAGATI ANCHE IL SINDACO-RICERCATORE DI IVREA
Farmaci e tangenti, filmata la consegna di soldi al vice capo dell'Aifa
MILANO — Tra i 30 indagati del nuovo scandalo farmaci c'è anche un neosindaco. Carlo Della Pepa, 46 anni, medico e ricercatore della farmacologia di Torino, eletto a Ivrea per una coalizione di centrosinistra. Il suo capo è il farmacologo di Torino Mario Eandi. Poi manager di primo piano della Bayer, Umberto Filippi e Roberto Ceresa (ex Lega Nord).
Incontri con il «numero uno» dell'Aifa (l'Agenzia italiana per l'approvazione e la sorveglianza sui farmaci) Nello Martini sono agli atti dell'inchiesta torinese guidata da Raffaele Guariniello. E che oltre alla corruzione ipotizza un sistema che potrebbe avare arrecato danni alla salute dei cittadini. Un esempio: il caso Aulin. Nimesulide è la molecola, Aulin è il farmaco più noto tra i molti in commercio che contengono questo principio attivo. Un anti-infiammatorio (Fans) che può anche avere gravi effetti collaterali sul fegato. Mai approvato negli Stati Uniti e in Giappone. Ritirato nel 2002 in Spagna e Finlandia. E nel maggio 2007 in Irlanda dopo che sei pazienti subirono un trapianto di fegato per sopravvivere alle lesioni causate dall'abuso del farmaco.
L'Italia nicchia, a chi ne chiede il ritiro viene risposto che i benefici in un certo sono superiori ai rischi. Basta rispettare l'obbligo di prescrizione da parte del medico. Di verifiche e studi per appurarne la reale pericolosità non se ne parla. Solo monitoraggio. Perché? La risposta in un filmato di due minuti. Un mediatore passa una mazzetta a Pasqualino Rossi per «lasciare tranquillo» l'Aulin. Un regista con le stellette ha immortalato immagini e suoni del pagamento in contanti, la gioia del numero due dell'Aifa (rappresentante anche nell'Emea, l'agenzia europea per i farmaci), la sua corsa in banca per coprire il conto in rosso. Un corto da YouTube agli atti della richiesta di 20 ordinanze cautelari, su 30 indagati (ma forse saranno di più dopo gli interrogatori di oggi in carcere a Roma), da parte della procura di Torino dopo due anni di inchiesta sull'Aifa partita (gennaio 2006) da alcuni dossier per l'approvazione di alcuni farmaci bioequivalenti o generici. I provvedimenti, firmati dal gip torinese, riguardano Pasqualino Rossi (carcere) e Antonella Bove (arresti domiciliari), dirigenti Aifa. Altre ordinanze (tre in carcere, tre in casa) riguardano procuratori delle aziende: Matteo Mantovani, Sante Di Renzo, Mario Umbri, Piera Campanella e Francesca Fiorenza. Un sesto manager è ancora ricercato: sarebbe all'estero.
Tutto registrato, immagini e suoni. Prove contenute nelle 700 pagine della richiesta di 20 arresti, che poi il Gip ha «sintetizzato » in soli otto arresti e 400 pagine di ordinanza. Anche Nello Martini, che smentisce di essere indagato, è protagonista di intercettazioni chiave: le cimici degli investigatori (i carabinieri dei Nas di Torino, Roma, Padova e Alessandria), per esempio, ne avrebbero registrato parola per parola un incontro con i vertici della Glaxo in un albergo di Verona. Che cosa si sono detti è agli atti. Come agli atti è la storia della figlia di un funzionario Aifa assunta da una delle aziende di cui il padre doveva essere tra l'altro «controllore». Da ieri tutto è in mano anche della procura di Roma, che su buona parte dell'inchiesta è competente. Dei 30 capi d'accusa dell'inchiesta, solo sette resteranno al vaglio dei magistrati torinesi. Inevitabile il contraccolpo nel dicastero del Welfare e della Salute. Il ministro Maurizio Sacconi ha deciso l'avvio di una commissione d'indagine composta da tre «autorevoli esperti»: dovrà fornire le prime valutazioni tra sette giorni, poi un più completo rapporto entro il 31 luglio 2008. All'esame un sistema molto raffinatosi dopo lo scandalo che 15 anni fa ha coinvolto Duilio Poggiolini e la Cuf, l'equivalente dell'Aifa di allora. Il filone sul sangue infetto (Hiv ed epatiti B e C) è ancora aperto. A Napoli dovranno decidere su Poggiolini, estraneo a tutto il ministro della Sanità dell'epoca Giovanni De Lorenzo. L'Aifa fu istituita ex novo anche per cancellare lo scandalo Poggiolini. Evidentemente però qualcosa non ha funzionato.
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