L’ambiente di lavoro è stato il palcoscenico naturale che ha ispirato tanti film di costume che hanno messo a nudo vizi e vizietti degli italiani. Dalla segretaria tutta curve che se la faceva con il capo, ai colleghi uomini che ci provavano con le colleghe del gentil sesso, e mille altre trame e intrecci.
In effetti il cinema è una rappresentazione artistica della realtà, e da che mondo è mondo l’ufficio è sempre stato teatro di flirt, segreti o espliciti, veri o finti.
Ebbene una ricerca anglosassone ha indagato sul motivo che spinge uomini e donne ad assumere “comportamenti ambigui che possano essere interpretati a sfondo sessuale” sul luogo di lavoro. In particolare il team guidato dallo psicologo Chadi Moussa, ha voluto mettere in relazione la noia e l’insoddisfazione derivanti dal proprio ruolo lavorativo e la tentazione di “provarci” con colleghe e colleghi.
I ricercatori dell’Università del Surrey, in Inghilterra, hanno sottoposto un campione di 200 persone, di età compresa tra i 21 e i 68 anni, a una serie di test, in cui oltre a dover dire se avevano mai flirtato con un collega o una collega, dovevano rispondere a domande sul proprio carattere, il proprio lavoro e la soddisfazione ricevuta da esso.
Dai risultati, presentati in occasione della conferenza annuale della British Psychological Society, non sono emerse sostanziali differenze tra le donne che avevano, e quelle che non avevano, flirtato con gli uomini, entrambe apparivano soddisfatte del proprio lavoro. Viceversa, gli uomini che avevano espresso malcontento per la propria mansione erano quelli più propensi a “fare l’occhiolino” alla collega della scrivania accanto.
In conclusione, i ricercatori hanno stabilito che negli uomini c’è una relazione diretta tra l’insoddisfazione per il proprio ruolo, o per la monotonia e la noia che ne scaturiscono, e la volontà di flirtare con le colleghe; al contrario per il gentil sesso, questa regola non vale.
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