Il disturbo del desiderio sessuale sembra oggi colpire di più gli uomini di età tra i 30 e i 40 anni che vivono la sessualità con un senso di "dovere" e alta preoccupazione di non essere in grado di soddisfare la propria compagna. Oggi affronto il tema del disturbo del desiderio sessuale che attualmente sembra colpire sempre di più gli uomini di età compresa tra i 30 e i 40 anni: come mai? Che cosa succede?
Sembrerebbe che il cambiamento avvenuto nel modo in cui viviamo e affrontiamo il tema della sessualità sia passato da una modalità riservata e intima ad una cultura che sempre più affronta il tema gettonatissimo e ormai quasi tutto sembra riferirsi al sesso.
L'effetto che ciò comporterebbe sull'uomo è proprio quello di sentirsi "obbligato", "in dovere" di riuscire al meglio! La conseguenza psicologica per l'uomo si traduce, molto spesso, nella paura e/o nel timore di fare "brutta figura", e soprattutto di "non essere all'altezza" di soddisfare la propria compagna. Se questo è lo sfondo, il rapporto e in particolare la sessualità, rischia di perdere il suo valore prezioso che porta al desiderare l'altro: questo è un elemento fondamentale per vivere con soddisfazione il rapporto sessuale e fare l'amore con piacere.
Perdere questa dimensione allora può essere pericoloso perché fare l'amore per alcuni è vissuto come un nuovo "dovere sociale"!
Proviamo a riflettere insieme: all'inizio di una storia il desiderio, di solito, l'uno dell'altra è altissimo: desiderare in questo caso significa avere ed alimentare fantasie sessuali verso l'altro e l'intensa energia di volerle realizzare, soddisfare.
Più questa energia cresce, maggiore è il desiderio creandosi così il circolo del piacere spesso condiviso e voluto da entrambi: un circolo che si autoalimenta e si autorigenera. Accade con il tempo che il rapporto si trasforma, ci si conosce meglio ed emergono i primi "attriti, scontri, conflitti" che fanno la differenza: questo è un aspetto molto delicato che determinerà la qualità e la durata del rapporto.
Mi spiego meglio: è naturale che in un rapporto ci siano aspetti piacevoli ed altri più difficoltosi ma il punto è proprio questo: accettare il buono e il cattivo dell'altro è determinante poiché ogni essere umano possiede entrambi gli aspetti! Spesso accade che la disponibilità è solo per gli aspetti positivi dell'altro, quelli che "egoisticamente" ci fanno piacere, invece sempre di più emergono dei limiti ad accogliere anche gli aspetti "più negativi". Ecco che allora anche l'intimità ne risente e quel circolo di piacere che prima di auto generava rischia di essere spezzato per la poco disponibilità ad accogliere l'altro per ciò che è e per ciò che riesce ad essere in quel preciso momento della vita!
Il mio consiglio è di riflettere sull'importanza innanzitutto del rispetto dell'altro in ogni sua forma e su quanto sia determinante la reciprocità all'interno del rapporto: solo questa può garantire uno scambio nel dare e ricevere per farsì che il piacere sia di entrambi e non solo dell'uno o dell'altra.
Allora la sessualità potrà tornare ad essere fonte di desiderio per entrambi e potrà essere sperimentata in un nuovo modo, spesso più intenso, verso una crescita condivisa!
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