Arriva dalla Ricerca italiana un contributo significativo per la cura del diabete giovanile, ovvero il diabete di tipo I che colpisce circa 500mila under-14 nel mondo (circa 20mila in Italia) e, in fase ritardata piu' rara, a volte anche gli adulti. Una nuova molecola (Reparixin), frutto della Ricerca dell'azienda farmaceutica Dompe', ha infatti dimostrato di migliorare l'efficacia del trapianto di cellule (isole) pancreatiche, nuova frontiera per la cura di tale patologia.
I risultati della sperimentazione clinica di fase II su pazienti della nuova molecola sono stati presenti a Innsbruck in occasione del Congresso internazionale Aidpit-Epita, appuntamento fondamentale della comunita' scientifica per l'approfondimento sul trapianto di isole, secondo gli esperti uno dei piu' promettenti approcci terapeutici (ancora in fase sperimentale) per la cura del diabete giovanile di tipo I.
Questa forma, la piu' diffusa tra le malattie croniche pediatriche, porta ad una rapida distruzione delle cellule pancreatiche che producono insulina a causa di un'anomala reazione del sistema immunitario, rendendo cosi' necessaria per questi pazienti la somministrazione esterna dell'insulina per il controllo della glicemia.
Varie possono pero' essere le complicanze, ed in questi casi il trapianto di pancreas e' stata finora la procedura di riferimento. Ma negli ultimi anni si e' affermato un piu' efficace metodo 'alternativo': il trapianto di isole pancreatiche (le cellule del pancreas che producono insulina) da donatore, che vengono impiantate nel fegato del ricevente attraverso una semplice infusione in vena. Il fegato, cosi' 'ingegnerizzato', assolve dunque anche alla funzione del pancreas iniziando a produrre insulina.
Oggi, grazie alla nuova molecola, e' possibile ridurre significativamente le frequenti reazioni infiammatorie ed il potenziale rigetto delle isole trapiantate. Attualmente, a livello internazionale, 10 pazienti sono in trattamento con la nuova molecola e 2 sono diventati totalmente indipendenti dalle iniezioni di insulina. Lo studio internazionale di fase III (su circa 60 pazienti) del nuovo farmaco partira' quest'anno.
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