Puttana non è una parola simpatica. Non è un vezzeggiativo, e non è un diminutivo: e nemmeno un termine per indorare la pillola (che spesso la puttana prende, per evitare gravidanze indesiderate).
Le cose che vanno male, vanno tutte da lei: finiscono a puttane.
Ma lei, la puttana, da dove viene?
Come professione, è la più antica del mondo: come parola, viene dall’antica Roma. “Puta” (potatura) era una dea minore dell’agricoltura. E piuttosto potabili erano le sue sacerdotesse, che durante le feste dedicate al suo culto pare si dessero molto da fare.
Secondo un’altra teoria, meno accreditata, puttana deriverebbe dal verbo “putare”: credere, ritenere.
Quest’etimo avrebbe a che fare con i Greci, notoriamente molto acculturati: quando i romani conquistarono la Grecia, gli uomini, ridotti in schiavitù, furono messi a fare i precettori dei figli dei vincitori. Le donne furono invece destinate ad altro: ma siccome, in quanto greche, erano molto più istruite delle donne romane, ignorantelle anziché no, venivano chiamate “putae”: pensatrici.
In latino, peraltro, “puta” significa ragazza. Un termine che è rimasto nel veneto “putea”: bambina, ragazzina. Da putta, passando per il francese “poutaine”, si arriva finalmente all’italiano “puttana”.
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