Vi ricordate quando vi dicevo che noi uomini siamo pragmatici e bravi a semplificare? Ecco, all'interno di quel triangolo forzato che è la condizione in cui l'uomo è bravissimo a costringere se stesso e due donne, proprio l'uomo è l'unico ad avere bene in mente - il più delle volte - quali caratteristiche abbiano le attrici della tragicommedia.
È vero, parte avvantaggiato: è chi conosce personalmente sia l'una sia l'altra; ed è anche chi stabilisce ambiti e tempi, modo e confini, ruoli e privilegi assegnati a lei e all'altra. Ma più di tutto, è quasi sempre l'unico attore che ha ben chiaro, sin da subito, sin dove può arrivare la relazione con l'amante.
Le donne, infatti, sono ancora ferme a un cliché che vede l'uomo intento a dividerle tra "quelle da scopare" e "quelle da sposare", come se una donna sessualmente disinibita (che magari a letto fa tutto ciò che alla moglie non piace molto) debba per forza essere tanto appagante quanto inaffidabile. Oppure pensano che l'amante sia un diversivo, un necessario trofeo in più con cui nutrire l'istinto cacciatore che si annida in ogni uomo.
D'altro canto, però, quando sono loro a tradire, sono sempre molto pronte a precisare che è perché vanno in cerca di un uomo che soddisfi ciò che nella loro relazione è venuto a mancare. Ci sono state quasi "costrette", insomma, da un'infelicità più o meno latente.
In realtà, per l'uomo l'amante è un rischio, un impegno, uno sbattimento notevole. Nessuno sano di mente va oltre la famosa "one night stand" per il puro gusto della caccia: per soddisfare quell'istinto, spesso, non c'è neppure bisogno di finire a letto.
Basta strappare un corteggiamento, una sera a cena o un numero di telefono che poi non useremo.
Se diamo vita a una relazione clandestina, con tutti i rischi del caso, è perché davvero abbiamo grossi bisogni da soddisfare: non necessariamente quello di avere una che ci sventola davanti due tette o un culo come nostra moglie magari non fa più. A volte, più spesso di quanto crediate, è per avere accanto una donna che abbia ancora voglia di interessarsi a noi, di scoprirci o con cui confidarci, che ci ascolti; con cui essere di nuovo noi stessi e non già solo padri e mariti.
E, toh, in questo oscuro cercare, uomini e donne sono, alla fine, straordinariamente simili.
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