Regola n. 1. : preparare l’alimento da friggere
Lo sapevate che ogni ingrediente in base alla sua tipologia richiede una crosta diversa per porteggersi dal calore?
Cioè se l’ingrediente è molto umido (ad es pensate al pesce o al pomodoro fresco) dovete salarlo leggermente con sale marino integrale in superficie e poi passarlo nella farina OO o nella semola di grano duro o nella farina di mais.
Se invece vogliamo friggere un ingrediente più asciutto come ad esempio la melanzana o la zucchina è meglio usare una pastella liquida dove l’ingrediente sarà immerso dopo essere stato salato ed infarinato leggermente.
La pastella può essere composta con varie farine, acqua, uovo, vino, birra, e sarebbe molto interessante e gustoso aggiungere anche delle erbe aromatiche o filetti di verdure come ad esempio aggiungere alla pastella finocchi o zucchine o carote “grattate” o affettate alla julienne.
Regola n. 2.: proteggere l’alimento da friggere
Come si fa a proteggere un alimento da una cottura più robusta come la frittura? Già la pastella o l’infarinatura in sè proteggono in parte l’alimento ma per ulteriore cautela possiamo passarlo, dopo l’immersione in pastella, nel pane grattugiato o nella farina gialla di mais o nel semolino o negli ottimi semi di sesamo o in altri ingredienti secchi a piacere e otterremo una frittura in crosta ancora più consistente e croccante.
Regola n. 3: la scelta dell’olio di cottura
In genere è sempre meglio usare oli vegetali (meglio se bio) che danno una cottura più leggera.
L’olio si deve scegliere in base al suo punto di fumo che è la massima temperatura alla quale non si deve mai arrivare in cottura perchè oltre l’olio diventerebbe tossico.
E’ molto importante conoscere il punto di fumo dell’olio che si va ad usare. È un grave errore scegliere un olio a caso in base alle sole considerazioni organolettiche. Purtroppo le informazioni che circolano sono spesso inquinate da interessi commerciali o da errori grossolani (come quelle che parlano di punto di fumo dell’olio di oliva di oltre 300 °C, forse per una banale confusione fra gradi Celsius e gradi Fahrenheit; la formula di conversione è GC=5/9*(GF-32), per esempio 113 °F corrispondono a 45 °C).
Il punto di fumo dipende dal contenuto di acidi grassi liberi. Per esempio con un contenuto dello 0,04% il punto di fumo è di 220 °C, mentre con un contenuto dell’1% è di 160 °C. La raffinazione elimina una buona parte degli acidi grassi liberi. Più un olio è raffinato, più basso sarà il suo punto di fumo.
Punto di fumo degli oli più comuni
Olio di semi vari 160 gradi
Olio di girasole 180 gradi
Olio di mais 180 gradi
Olio di arachidi 190 gradi
Olio exrtravergine di oliva 210 gradi.
Regola n. 4: la cottura
Si deve cuocere in abbondante olio, la temperatura che generalmente si raggiunge è di 165 gradi. La pastella e gli ingredienti devono essere freddi (sarebbe utile che gli alimenti da friggere restino in frigorifero fino all’ultimo) in modo che l’olio caldissimo formerà una crosta molto croccante all’esterno mentre all’interno si cuocerà dolcemente.
E’ bene non introdurre nella padella troppi alimenti da friggere ma inserirli poco alla volta per non abbassare troppo la temperatura dell’olio.
Regola n. 5: Il fritto deve “riposare”
Quando si scola su carta assorbente, il fritto non va toccato per almeno un minuto, per dar così il tempo all’olio residuo sulla superficie di scendere naturalmente.
Ora enunciate queste semplici regole, per rendervi ancora più attenti vi dico un pò quali sono gli errori o i problemi più comuni:
- crosta esterna chiara o bagnata e il fritto è poco croccante e gommoso ——- > soluzione: la temperatura dell’olio era troppo bassa oppure la quantità del prodotto inserita era troppa (ripasso della regola 5!)
- crosta esterna è troppo colorata, il fritto è molto secco e poco saporito ——–> soluzione: la temperatura dell’olio era troppo elevata e/o il tempo di cottura era troppo lungo
Ah un’ultima cosa! l’ulteriore (eventuale) aggiunta di sale va fatta sempre alla fine, direttamente sul piatto da portata, mai durante la cottura!!