Dopo 10 settimane di dieta a basso contenuto calorico, avevano perso in media 13 kg. A quel punto, 34 pazienti hanno interrotto la dieta e iniziato a lavorare per mantenere il nuovo peso, usufruendo anche di counseling e supporto telefonico con i nutrizionisti, facendo esercizio fisico regolare e mangianto più verdura e meno grassi. Ma nonostante gli sforzi, dopo un anno tutti avevano ripreso in media 5 kg, e tutti riportavano di sentirsi affamati e preoccupati del cibo più di quando avessero iniziato la dieta. I ricercatori hanno così riscontrato uno stato biologico alterato. I corpi ancora 'cicciottelli' dei pazienti si comportavano come se stessero morendo di fame e facevano gli straodinari per fargli riguadagnare il peso perso.
Ad esempio, la grelina, ormone gastrico, noto come ormone della fame, era del 20% più alto rispetto all'inizio dello studio, mentre il peptide YY, ormone legato al contenimento dell'appetito, era più basso del normale. Un 'cocktail' di altri ormoni legati a fame e al metabolismo sono stati trovati notevolmente cambiati rispetto ai livelli pre-dieta. "Era come se ci fosse una sindrome post dieta - spiega Joseph Proietto - Quello che abbiamo visto è un meccanismo di difesa coordinato con molteplici componenti tutti diretti a farci riprendere peso. Questo spiega, credo, l'alto tasso di fallimento nei trattamenti contro l'obesità. Si tratta comunque di risultati che vanno confermati su un campione di persone più vasto".