La prima volta, la contraccezione, il piacere, le paure e le leggende metropolitane da sfatare: il sesso, insomma, raccontato senza tabù e reticenze agli adolescenti. Ne parliamo con la psicologa e psicoterapeuta Roberta Giommi.
Quanti tipi di baci ci sono? Come si mette il preservativo? Come capisco se lei ha avuto l'orgasmo? E se resto incinta? Il sesso può essere separato dall'amore?
Gli interrogativi che frullano nella testa dei ragazzi sono tanti. Ed è senza pruderie che la psicologa e psicoterapeuta Roberta Giommi. Del libro, utile per gli adolescenti ma anche per i genitori che non ricordano più il primo batticuore, e dei temi che affronta parliamo con l'autrice, fiorentina verace, direttrice dell'Istituto Internazionale di Sessuologia.
Parlare di sesso ai ragazzi: meglio aspettare che entrino loro in argomento o farlo di propria iniziativa?
Ho sempre pensato che fosse importante aprire con loro la conversazione ed è quel che ho fatto con mio figlio prima e con le mie nipoti poi. Del resto non è molto difficile perché ragazzi e bambini sono pieni di curiosità. Si possono incontrare le loro domande e dare un segnale tranquillo circa la propria disponibilità a rispondere, ma si può anche aprire un libro insieme o guardare un film. Meglio non porre domande dirette, ma piuttosto dimostrarsi pronti a rispondere. In genere se si offre ai bambini uno spazio per parlare, loro rispondono positivamente.
Scena familiare tipica: in tv passa una scena di sesso e i genitori cambiano canale o cercano di distogliere l'attenzione del bambino. È un comportamento opportuno?
Un operatore che faceva con noi un percorso di educazione sessuale ci ha confessato che agiva così con la figlia. Poi un giorno l'ha scoperta mentre guardava la scena incriminata . La bambina ha commentato: «E chissà cosa credevo che ci fosse!». Diciamo che sia le scene di sesso nei film come quelle di violenza nei tg non si possono far passare sotto silenzio senza un commento. L'intervento giusto non è quello della censura ma nemmeno quello del lasciar correre immagini che potrebbero contenere emozioni negative : la mediazione di un adulto che sta accanto e che interviene è necessaria.
Il bambino è più aperto, d'accordo, ma l'adolescente potrebbe sentirsi imbarazzato/a: il discorsetto di rito alla prima mestruazione è un approccio giusto?
Generalmente invitiamo le mamme a parlare alle figlie della mestruazione verso i 9-10 anni. La testimonianza degli adolescenti è di apprezzamento nei confronti dei genitori che hanno parlato di quel che accadeva di nuovo al loro corpo. L'accortezza è quella di non infastidire troppo, ovvio: no ai brindisi perché la bambina è diventata grande, no alle dichiarazioni ai parenti riuniti a cena. Uguale delicatezza va usata quando i ragazzi sono in coppia e magari si baciano o chiudono la porta della camera. Stare in silenzio però non è una soluzione, è invece abbastanza pericoloso: i ragazzi ci dicono sempre del resto che parlare coi genitori li rende più sereni e più prudenti. Bisogna dar loro un segnale chiaro: che ci siamo e non abbiamo paura. I ragazzi a volte fanno pasticci perché non sanno a chi rivolgersi quando hanno un'urgenza (magari sono fuori e hanno bevuto troppo, per dire). Noi diciamo sempre: telefonate comunque a casa, avvertite i genitori, considerateli una risorsa. Tra l'altro io invito molto anche i padri a occuparsi dell'educazione sessuale dei figli maschi, cosa che avviene raramente.
Qual è in media l'età della prima volta?
C'è chi dice che il primo rapporto è antecedente ai 15 anni o susseguente ai 17. Noi consigliamo ai ragazzi di aspettare a farlo con una persona che piaccia loro davvero e di farlo in modo sicuro e protetto, perché non si trasformi in una brutta esperienza.
Il sesso vissuto in maniera sbrigativa e insoddisfacente come prova iniziatica per allinearsi a logiche di gruppo è dal suo punto di vista una realtà generalizzata?
A volte, sì, capita che il sesso sia considerato una prova che permette di appartenere al gruppo. Nel nostro lavoro di educazione cerchiamo di consolidare la consapevolezza che il sesso non sia sempre un bene a determinate condizioni.
I ragazzi quindi hanno bisogno non solo di approccio "sanitario", che è poi quello che viene più facile all'adulto, ma anche di un'educazione sentimentale.
L'autostima è riconoscere a che punto sei: il sesso non è neutro, non si deve fare tanto per fare. Ci vogliono il momento giusto e la persona giusta. E se si son fatti degli errori, la cosa migliore è parlarne con degli adulti e correggerli, non tenerseli per sé e continuare a ripeterli.
Contraccezione e preservativo: devono sempre andare di pari passo
Sì, la sicurezza è fatta di due elementi: la coppia deve essere tranquilla di non andare incontro a una gravidanza indesiderata ma deve anche proteggersi dalle malattie sessuali, che sono numerose. Soprattutto se lo si fa con diversi partner e si moltiplicano gli elementi di rischio. Invece normalmente i genitori consigliano alla figlia di andare dal ginecologo per farsi prescrivere la pillola e al figlio consegnano magari i preservativi quando parte per la prima vacanza con gli amici. Al maschio e alla femmina va invece ricordato che servono entrambe le protezioni.
Negli Stati Uniti e in Inghilterra c'è allarme sociale per il boom di gravidanze tra le ragazzine, ma anche in Italia non scherziamo: ogni anno, lei scrive, 10mila teenager rimangono incinte (almeno 7mila italiane, le altre straniere) e l'aborto è una delle scelte possibili per loro
La prevenzione che i ragazzi stanno esercitando è quella della pillola del giorno dopo: non c'è l'atteggiamento giusto, si fa confusione tra sesso, piacere e obblighi. Spesso, purtroppo, a causa della mancanza di una presenza adulta nella storia dei ragazzi. I genitori pensano ai figli in termini di "il mio bambino", "la mia bambina", convinti che cominceranno ad avere una vita sessuale attiva solo quando loro crederanno sia arrivata l'età giusta. Ma non è così.
Paura e attrazione sono le polarità emotive del sesso adolescenziale: come aiutare a superare il timore, controllando contemporaneamente l'istinto?
L'adolescenza è un momento in cui si rende più fattivo l'innamorarsi, il mettersi in gioco: certo, noi parliamo sempre in senso positivo dell'attrazione e delle emozioni, però cerchiamo anche di controllare che non ci siano dipendenze e fragilità e spieghiamo ai ragazzi che la sessualità è un mondo che si apre per il quale ci vuole anche una sapienza, non lo si può pensare solo come tratto impulsivo. E' come guidare: i ragazzi sono in grado di capire che non lo si può fare senza patente e senza casco.
Relazioni intime e comunicazioni virtuale, in rete: quali sono le possibili insidie e quali i vantaggi?
Ai giovani diciamo che la rete non deve diventare un mondo sostitutivo e che non è bene sottrarsi al vivere in gruppo: internet deve rimanere un mondo complementare a quello reale. Comunque constatiamo un aspetto positivo: i maschi sono diventati più bravi a inviare mail o sms romantici! Certo, ragazzi e ragazze devono stare accorti perché nelle identità non chiare si annidano anche i predatori.
Dubbi sull'identità sessuale: in giovane età sono normali?
In linea di massima sì. A volte un ragazzo può non sentirsi a proprio agio per un problema di ruoli, per una questione di gusti o perché non gli piace come vengono educati i maschi o le femmine. Del resto oggi non siamo prigionieri dei cliché e un mondo più aperto comporta insieme vantaggi e confusioni. Anche a proposito della scelta dell'oggetto d'amore, l'adolescenza è un periodo fluttuante in cui possono accadere esperienze con lo stesso sesso, altra cosa è invece se la scelta si consolida nel tempo. In questi ultimi casi e in quelli più difficili in cui il ragazzo o la ragazza si sentono radicalmente diversi rispetto alla propria identità sessuale, cominciano percorsi che vanno seguiti con attenzione.
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