In Francia, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento si sviluppò una corrente antro-psico-sociologica dedicata al tema del "suicidio altruistico", cioè di quella forma estrema di sacrificio di sé in vista di un bene supremo (coincidente in genere con un ideale religioso o politico). Capostipite di tale corrente fu Émile Durkheim (1858–1917), che si rifiutò d'interpretare il fenomeno del suicidio come effetto di un mero disordine mentale individuale, spesso conseguente, a sua volta, di determinate tare ereditarie.